Pensare Globale e Agire Locale

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lunedì 11 febbraio 2013

ITALIA - Con Berlusconi non si cresce

Berlino: il Cav è la minaccia per l'uscita dalla crisi. Lui “Lo spread? Non cene può importare di meno”.

di Pierluigi Mennitti

Lunedì, 11 Febbraio 2013 – Da Berlino: all'improvviso l'Italia. A due settimane dal voto che dovrebbe rimettere in campo la politica dopo la parentesi del governo tecnico, la stampa tedesca ha acceso i riflettori sulla campagna elettorale italiana, offrendo ai lettori un quadro generalmente preoccupato.
Un fantasma si aggira fra le prime pagine dei quotidiani e all'interno dei reportage e non poteva essere altrimenti: quello di Silvio Berlusconi. Il suo ritorno sulla scena non aveva sorpreso nessuno, ma pochi si aspettavano che il Cavaliere ritrovasse il consenso perduto fino al punto di rimettere in discussione una sconfitta annunciata.
IL SUD EUROPA SPAVENTA L'EUROPA. L'esito del voto romano è destinato a influenzare gli sviluppi della crisi europea e il fronte meridionale minaccia turbolenze che sembravano essere state superate.
«Chi nelle scorse settimane si era convinto che, almeno nella crisi finanziaria, le nuvole più scure si fossero poco a poco dissolte ha dovuto alla fine smorzare il proprio ottimismo», ha osservato la Frankfurter Allgemeine Zeitung, «accuse di corruzione stanno destabilizzando il governo spagnolo di Mariano Rajoy e in Italia è ricomparsa la minaccia del ritorno di Berlusconi».
Due fattori che potrebbero rimettere in discussione i piccoli passi in avanti compiuti dai due Paesi più importanti dell'Europa meridionale nel risanamento dei conti pubblici e nella riconquista della fiducia sui mercati internazionali.
LE PROMESSE DI BERLUSCONI. «Il Cavaliere ha ritrovato il buon umore in campagna elettorale», ha scritto lo Spiegel, «e da settimane sfarfalla dagli schermi televisivi promettendo ai suoi potenziali elettori il paradiso in terra: le tasse allo Stato saranno diminuite, l'equivalente di due stipendi medi mensili rimarrà nelle tasche delle famiglie italiane. E chi finora ha evaso le tasse non avrà da preoccuparsi: se il centrodestra vincerà le elezioni, Berlusconi varerà immediatamente un'amnistia generale e un condono fiscale».
LE SPECULAZIONI DEI MERCATI. In un Paese il cui debito pubblico è schizzato a oltre il 126% della sua performance economica, queste promesse possono risultare esiziali «e le promesse incontrollate dell'ex premier hanno già scatenato speculazioni sui mercati finanziari: gli interessi sui titoli di Stato sono di nuovo cresciuti e gli investitori sono tornati a scommettere contro una ripresa del Paese dalla crisi».

Il pericolo dell'ingovernabilità al Senato


Uno dei temi di scontro nella campagna elettorale italiana – la responsabilità della ripresa dello spread - ha per i quotidiani tedeschi una risposta chiara: le proposte di Berlusconi rischiano di ridare fiato all'evasione che costa all'erario dello Stato circa 120 miliardi di euro all'anno.
«I sondaggisti non credono che il recupero di consenso del Cavaliere sia tale da consentirgli di vincere le elezioni», ha concluso lo Spiegel, «ma il meccanismo di voto per le due Camere può determinare uno stallo al Senato e limitare l'azione del futuro governo».
ELEZIONI NEL CLIMA DI CRISI. L'Handelsblatt ha descritto il clima particolare in cui si sta svolgendo la campagna elettorale: «Il debole sviluppo economico domina il dibattito, il Paese soffre per un tasso di disoccupazione record e per una recessione inasprita dalle politiche di austerità e dalle misure di risparmio. Una situazione che ha pesato anche sui consumi, crollati nel 2012 del 4%, la diminuzione più forte negli ultimi 50 anni».
IMPRENDITORI CON MONTI. In questo clima, il gotha dell'imprenditoria italiana sembra questa volta resistere alle sirene berlusconiane. È l'opinione della Süddeutsche Zeitung che in un ampio reportage ha riportato una lunga lista di top-manager che, secondo il quotidiano Il Corriere della Sera, avrebbero generosamente finanziato la campagna elettorale di Mario Monti: «Non è che tutti questi imprenditori siano diventati improvvisamente di sinistra e per questo motivo non amino Berlusconi e il suo partito conservatore», ha scritto il quotidiano bavarese, «quel che li unisce è la paura del caos politico e del declino dell'economia nazionale».
BOOM DELL'ESTREMA DESTRA. E come in Grecia le difficoltà economiche hanno alimentato i consensi di un partito come Alba dorata, anche l'Italia sta conoscendo il revival dell'estrema destra.
«In questa competizione ben sei liste estremiste sono presenti sul campo», ha riportato la Zeit, «e i loro militanti hanno conquistato le piazze. La crisi è pesante e lascia il campo a promesse come alloggio sociale e lavoro per gli italiani. Di notte tappezzano i muri romani con i loro manifesti e, siccome i loro candidati non vengono invitati nelle trasmissioni televisive, non resta loro altro che scendere in strada».
Difficilmente i partitini dell'estrema destra possono riuscire a eguagliare il risultato di Alba dorata, ha concluso la Zeit, e quasi sicuramente non sono destinati a entrare neppure in parlamento: «Ma Berlusconi corteggia il loro elettorato alla ricerca disperata di ogni voto. Ne va di mezzo il potere, non la morale e neppure la verità storica. Tanto che anche il populista Beppe Grillo ha mostrato una certa leggerezza nei loro confronti».

BOOM DELL'ESTREMA DESTRA. E come in Grecia le difficoltà economiche hanno alimentato i consensi di un partito come Alba dorata, anche l'Italia sta conoscendo il revival dell'estrema destra.
«In questa competizione ben sei liste estremiste sono presenti sul campo», ha riportato la Zeit, «e i loro militanti hanno conquistato le piazze. La crisi è pesante e lascia il campo a promesse come alloggio sociale e lavoro per gli italiani. Di notte tappezzano i muri romani con i loro manifesti e, siccome i loro candidati non vengono invitati nelle trasmissioni televisive, non resta loro altro che scendere in strada».
Difficilmente i partitini dell'estrema destra possono riuscire a eguagliare il risultato di Alba dorata, ha concluso la Zeit, e quasi sicuramente non sono destinati a entrare neppure in parlamento: «Ma Berlusconi corteggia il loro elettorato alla ricerca disperata di ogni voto. Ne va di mezzo il potere, non la morale e neppure la verità storica. Tanto che anche il populista Beppe Grillo ha mostrato una certa leggerezza nei loro confronti».

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