Nato a Pisa nel 1966,
Enrico Letta, frequenta la scuola dell’obbligo a Strasburgo per poi
laurearsi in Diritto internazionale all’Università di Pisa, dove consegue
il dottorato di ricerca in Diritto delle comunità europee alla Scuola Superiore
“S. Anna”. A 25 anni è presidente dei Giovani del Partito Popolare europeo.
Il primo contatto con
le istituzioni
Il suo incontro con
Beniamino Andreatta nel 1990 lo portò a svolgere l’attività di ricercatore
dell’Arel, l’Agenzia di ricerche e legislazione di cui è segretario generale
dal 1993. Nello stesso anno avvenne il primo contatto con le istituzioni,
quando seguendo proprio Andreatta, come capo della sua segreteria, al Ministero
degli Esteri, nel governo Ciampi, viene chiamato nel 1996 al Ministero del
Tesoro come segretario generale del Comitato per l’euro.
Un giovane ministro
Vicesegretario del
Partito popolare italiano dal gennaio 1997 al novembre 1998, nello
stesso mese diventa a 32 anni ministro per le Politiche
Comunitarie con il primo governo D’Alema, il più giovane ministro della
storia repubblicana battendo Andreotti, che divenne ministro a 35 anni.
Nel 2000 è ministro
dell’Industria, Commercio e Artigianato nel secondo governo D’Alema. Incarico
che conserva, con il governo Amato, per il quale è anche ministro del Commercio
con l’Estero fino al 2001. Nel 2001 diventa deputato per la prima volta e
s’iscrive alla Margherita.
Nel giugno 2004
rassegna le dimissioni dalla Camera e, da capolista dell’Ulivo, viene eletto
deputato europeo per la circoscrizione Italia Nord-Est (circa 173.000 voti).
Nella XV Legislatura torna deputato della Repubblica italiana e tra il 17
maggio 2006 e l’8 maggio 2008 è sottosegretario di Stato alla Presidenza del
Consiglio dei ministri nel governo Prodi.
L’impegno nel partito
Democratico
Nel 2007 si candida
alla segreteria del neonato Partito democratico ottenendo, con le primarie del
14 ottobre, oltre l’11% dei consensi. Nelle elezioni del 13 e 14 aprile 2008,
capolista PD nella Circoscrizione Lombardia 2, viene eletto alla Camera dei
Deputati. Poche settimane Walter Veltroni lo chiama a far parte del governo
ombra del PD in qualità di responsabile Welfare. Nel 2009, in occasione del
Congresso del Partito democratico, decide di appoggiare Pier Luigi Bersani e la
mozione che lo sostiene. Il 9 novembre 2009 – dopo le primarie che eleggono
Bersani segretario nazionale – viene nominato dall’Assemblea nazionale,
vicesegretario unico del Partito Democratico.
Alle elezioni politiche del 2013 è capolista del Partito Democratico alla Camera dei Deputati nelle Marche e in Campania.
Alle elezioni politiche del 2013 è capolista del Partito Democratico alla Camera dei Deputati nelle Marche e in Campania.
Vicepresidente di
Aspen Institute Italia dal 2004, Letta ha svolto attività di insegnamento e di
ricerca presso la Scuola superiore S. Anna di Pisa e l’Haute Ècole de Commerce
di Parigi.
Previsione: il governo nascerà domani. Ecco perché
Il presidente della
Repubblica vuole approfittare del “magic moment”. Lo stordimento dei partiti, la
rielezione di Napolitano, l’incarico a Letta e i primi positivissimi riscontri
sono tutti elementi che inducono all’ottimismo e anche alla necessitá di
“chiudere” subito, prima che i mal di pancia (soprattutto in casa Pd)
peggiorino e si trasformino in cancri per il nuovo governo.
Espletate le
consultazioni ufficiali e fatte telefonate con i leader dei partiti
(Berlusconi, Monti, Bersani ma anche Renzi e Casini), Letta potrebbe salire al
Colle già domani pomeriggio ed uscirne con la lista dei ministri che potrebbero
così giurare sabato.
Questa indicazione
sembra trovare la conferma più autorevole, quella del Colle. Vediamo cosa
succederà ma domani potrebbe essere proprio il giorno giusto per la nascita del
Letta I.
Mimmo Pesce
Ecco chi saranno (forse) i
ministri di Letta
Enrico Letta sta
lavorando con pacatezza e determinazione per varare un esecutivo di solidarietà
nazionale. La condivisione di un comune programma fra Pdl e Pd non sarà
facilissimo ma neppure impossibile e il presidente incaricato sembra aver già
trovato il passo giusto.
L’altro aspetto
fondamentale e sicuramente non secondario è il profilo della squadra che
accompagnerá Letta nella sua avventura. Al di là dei già noti toto-ministri,
l’impressione – e anche la speranza – è che prevalga l’idea di un Consiglio dei
Ministri che abbia un’età media molto più bassa di quanto non sia stato in
passato.
Si tratta
dell’occasione di realizzare un primo, vero, rinnovamento generazionale.
Potrebbero essere preferiti 40/50enni che abbiano un profilo politico affermato
ma non consumato. L’identikit potrebbe corrispondere ai nomi di Maurizio Lupi,
Francesco Boccia, Daniele Capezzone, Stefano Fassina, Angelino Alfano, Paola De
Micheli, Mara Carfagna, Daro Franceschini, Luigi Casero. Anche
all’economia un segno di discontinuità generazionale potrebbe essere dato dalla
preferenza nei confronti di Enrico Giovannini (Istat) che potrebbe così
spuntarla su Saccomanni (Bankitalia) e Padoan (Ocse).
In una società in cui
l’immagine conta non meno della sostanza delle cose, se Enrico Letta riuscirà a
portare al governo la generazione di mezzo potrà contare su un vantaggio di
consenso che rafforzerà non poco la sua missione.
Jack Sparrow
“Scongelatevi”.
Enrico Letta fa vedere le stelle a Crimi e Lombardi
“Mescolatevi”.
“Scongelatevi”. Più che un vertice politico, sembrava una seduta di
psico-politica.
Se la diretta
streaming fra Pierluigi Bersani e il Movimento 5 Stelle aveva umiliato il Pd e
Bersani, la diretta streaming oggi fra Enrico Letta e la rappresentanza
parlamentare del movimento fondato da Beppe Grillo è stata una debacle per i
grillini.
Il presidente del
Consiglio incaricato ha indicato i fondamenti politici e programmatici su cui
si baserà il suo esecutivo, se riuscirà ad avere la fiducia: provvedimenti
fiscali pro crescita, riforma della politica che implica anche una revisione
della Costituzione, nuova Europa per trasformare la sofferenza di molti Paesi
in una proposta di inversione di marcia sul mero rigore finora perseguito.
“Non vogliono perdere tempo. Penso di
formare un governo di servizio e non sarà un esecutivo a tutti i costi. Sarà un
governo snello e sobrio“, ha promesso Enrico Letta.
LE BACCHETTATE DI
LETTA
Ma non è stato sui
contenuti e sulla composizione dell’esecutivo in fieri che si è incentrato il
vertice di “psico-politica”. Infatti Letta ha colto l’occasione per un invito
al Movimento 5 Stelle a mescolarsi con altri su idee e con i voti. “Mescolatevi,
scongelatevi, dialogate, basta muri di incomunicabilità”, ha invitato
ripetutamente Letta nei confronti dei capogruppi alla Camera e al Senato,
rispettivamente Roberta Lombardi e Vito Crimi.
GRILLINI IN
DIFFICOLTÀ
La reazione della
rappresentanza grillina non è parsa all’altezza delle attese e delle parole del
premier incaricato. Sia Lombardi che Crimi hanno sì ricordato le loro priorità
sulla riforma dei costi della politica (Lombardi ha consegnato la bozza di una
proposta di legge grillina sull’abolizione dei rimborsi elettorali) ma sono
apparsi fiacchi e stereotipati nel riproporre frasi fatte e parole di ordine,
peraltro in una forma che non ha bucato la diretta streaming.
L’INCOERENZA DEL M5S
SU PRODI
Per di più, in
particolare Lombardi ha scantonato su temi extra parlamentari come le comunali
di Roma e le elezioni recenti in Friuli. E soprattutto non è apparsa efficace
la riproposizione della questione “perché no Rodotà” per l’elezione del
successore di Giorgio Napolitano al Colle. Infatti Letta ha avuto buon gioco
nel ricordare che il Pd aveva proposto dopo Franco Marini il nome di Romano
Prodi, che compariva tra i candidati preferiti per il Quirinale dai militanti e
gli iscritti del Movimento 5 Stelle. Rodotà ha avuto molti meno voti del candidato
sindaco a Roma del Pd nelle primarie, ha tagliato corto Letta.
Leo
Soto
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