Pensare Globale e Agire Locale

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venerdì 12 aprile 2013

ITALIA - Stato: consulenze d'oro che costano 2 mld l'anno


Clientelismo e incarichi assurdi. Dalla presidenza del Consiglio ai Comuni: stipendiati 45 mila esperti.

Venerdì, 12 Aprile 2013 - Un vizio di bilancio tutto italiano. Sotto la voce «consulenze» trova espressione l'arte dello sperpero pubblico, dalla presidenza del consiglio all'ultimo dei Comuni: gli sprechi di danaro più disparati e improbabili, che costano alle casse dello Stato la bellezza di 2 miliardi di euro l'anno. Un dato ottenuto incrociando i dati della Corte dei Conti, i tabulati raccolti presso l'Anagrafe delle prestazioni del ministero della Funzione pubblica, i bilanci delle amministrazioni e le analisi della Uil sugli sprechi dello Stato.
UN ESERCITO DI OLTRE 45 MILA ESPERTI. Nella sua inchiesta, firmata Daniele Autieri, Repubblica ha tracciato l'anatomia degli incarichi di consulenza, e raccontato gli sperperi di denaro pubblico per mantenere un esercito di 45.565 esperti.
I conti sono strazianti: i ministeri tra il 2011 e il 2012 hanno investito 20 milioni di euro in consulenze, 152 milioni sono usciti dalle casse delle Regioni, 420 milioni dai Comuni e 110 milioni dalle Province. Le aziende ospedaliere hanno speso 160 milioni. 178 le Asl, oltre 100 milioni le università (e altro 60 gli altri istituti scolastici).
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO: SPESI 5,1 MLN. Negli ultimi due anni (a cavallo tra governo Berlusconi e governo Monti) la presidenza del consiglio ha speso 5,1 milioni di euro per i suoi consulenti. A questo costo si somma quello dei dirigenti assunti negli uffici dei ministri senza portafoglio (3,5 milioni secondo il bilancio di previsione 2012), mentre un milione di euro è servito per pagare le indennità del personale negli uffici del presidente e dei sottosegretari di Stato.
Beninteso alcuni incarichi sono necessari perché aggiungono competenze di cui la pubblica amministrazione è sprovvista. Tanti sono quelli affidati a insegnanti, ricercatori, giovani professionisti, marginalità del precariato che stentano a trovare la via della stabilità, ma la maggioranza finisce per arricchire amici, parenti e clientele.
GLI ABITUÈ DEI MINISTERI. Nelle pieghe dei ministeri, capaci di spendere 20 milioni di euro per i loro consulenti, alcuni sono meteore aggrappate al ciclo di una stagione politica, altri sopravvivono ai mutamenti del tempo. Ercole Incalza appartiene alla seconda categoria. Il suo avvocato Titta Madia ha detto: «Per lui ci sono stati 14 proscioglimenti e mai una condanna. Un vero recordman». Il 70enne ingegnere di Brindisi è una personalità nel mondo delle Infrastrutture e già dagli anni 80 comincia a collaborare con lo Stato in progetti importanti come la Tav.
Nel dicastero guidato da Corrado Passera ha trovato asilo un gran numero di collaboratori. A governo già dimissionario, il titolare del superministero che ha accorpato le Infrastrutture e lo Sviluppo Economico ha assegnato 24 incarichi, tra nuove nomine e rinnovi. Incarichi necessari - secondo Passera - per portare a termine i numerosi provvedimenti normativi finora varati.

Dal collaudo dei loculi a Cancellara alle fatture di Potenza


E gli esempi hanno i connotati del tragico sarcasmo. Se a Torino per il benessere degli animali non si bada a spese, tanto da staccare assegni da 20 mila euro a consulenti per il loro benessere, a Cancellara, in provincia di Potenza, l'amministrazione ha scelto di destinare 22.526 euro al collaudo statico dei loculi del cimitero.
A Potenza la palma del paradosso: una «consulenza tecnica» da 28.868 euro per verificare la correttezza delle fatture di Telecom Italia. Risparmio creativo.
Il mandato più disarmante è però quello affidato dal Comune di Pontida ad un architetto: per il professionista è stato previsto un compenso da 8 mila euro per «mancanza di personale nell'ente». Una descrizione d'incarico disarmante apparsa testualmente in questi termini sul registro dei collaboratori.
CONSULENTI MASCHERATI. Gli enti locali sono l'habitat dei consulenti mascherati: un totale di 38.120. Sono i cosiddetti «articolo 90» (in riferimento all'articolo del Testo unico sugli enti locali che permette agli organismi politici di assumere personale di fiducia) per i quai il Comune di Roma spende 2,8 milioni l'anno per i loro stipendi; 2,2 milioni Napoli; 1,6 Torino; 1,2 Milano. Ma dietro la discrezionalità si nascondono sprechi quando non casi clientelismo politico.
LA MANICA LARGA DELLE REGIONI. Ma anche le Regioni hanno manica assai larga per i loro, «selezionati», consulenti. Come l'esperto, retribuito oltre 26 mila euro, che studia le precipitazioni nevose in Friuli Venezia Giulia. In Liguria, Matteo Rosso, capogruppo del Pdl all'opposizione ha denunciato le maniche larghe della giunta che avrebbe pagato 10 mila euro per uno studio sul mezzo idoneo a meccanizzare alcune fasi produttive dell'aglio di Vessalico. In tre anni il Piemonte, guidato prima da Mercedes Bresso e poi dal leghista Roberto Cota, ha speso 6,6 milioni di euro per le consulenze con una media per incarico di 40 mila euro. Nel 2011 la Regione ha stanziato 18 mila euro per «la valorizzazione delle collezioni di invertebrati (molluschi e insetti esclusi)» e 30 mila euro per la «conservazione delle collezioni botaniche».

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