Pensare Globale e Agire Locale

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venerdì 31 maggio 2013

UE - Londra discrimina sul welfare


Bruxelles non arretra. Pure Madrid rischia.

Giovedì, 30 Maggio 2013 - L'accusa è arrivata dalla Commissione dell'Unione europea. E nel mirino è finita la Gran Bretagna.
Bruxelles ha deciso di farsi paladina dei diritti - riconosciuti dai Trattati - dei cittadini Ue che vivono, lavorano o viaggiano in un altro stato membro, ma vengono discriminati e privati dei vantaggi sociali a cui hanno diritto solo perché di un'altra nazionalità.
OLTRE 28 MILA CASI CONTESTATI. Secondo l'Ue, infatti sono stati circa 28.400 casi di discriminazione nell'applicazione tra il 2009 e il 2011 dei benefici sociali - assegni per i figli, disoccupazione, crediti di pensione e allocazioni complementari - da parte di Londra approdati sul tavolo di Bruxelles, contro cui, dopo mesi di 'dialogo tra sordi', la Commissione Ue ha deciso di agire. E ha scelto le maniere forti, portando la Gran Bretagna davanti alla Corte di giustizia Ue.
«Londra discrimina ingiustamente i cittadini di altri stati membri», ha scritto la Commissione Ue, «e contravviene alle regole comunirarie sul coordinamento dei sistemi sociali che vietano discriminazioni dirette e indirette nel campo dell'accesso ai benefici della sicurezza sociale».
CONTRO IL TURISMO DEL WELFARE. La mossa ha fatto infuriare la Gran Bretagna, che insieme con Germania, Olanda e Austria, aveva scritto ad aprile a Bruxelles chiedendo un giro di vite sulle regole comunitarie per impedire il 'turismo del welfare' - mai comprovato da cifre per l'Ue - in vista della fine delle limitazioni imposte agli spostamenti dei lavoratori bulgari e romeni il 1 gennaio 2014.
«Combatterò questo a ogni passo della procedura», ha avvertito il ministro britannico responsabile Iain Duncan Smith.
ALTRI EPISODI ANCHE IN SPAGNA. Intanto sono finiti sotto il tiro di Bruxelles anche gli ospedali spagnoli, dove molti turisti - con i britannici proprio tra i più assidui 'vacanzieri' in Spagna - si sono visti rifiutare cure di emergenza al pronto soccorso o addebitare cifre da capogiro nonostante avessero la regolare tessera sanitaria Ue.
Madrid ha ora due mesi di tempo per mettersi in regola, o come Londra è destinata a trovare davanti i giudici di Lussemburgo.

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