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mercoledì 5 giugno 2013

ITALIA - Sanità/ Ticket troppo cari, in oltre 12mln 'fuggiti' nel privato


Rbm Salute-Censis: Per 50% italiani è una tassa iniqua


Roma, 4 giu. - Negli anni della crisi 12,2 milioni di italiani per curarsi hanno aumentato il ricorso alla sanità a pagamento (dalle prestazioni private all'intramoenia) a causa soprattutto della lunghezza delle liste d'attesa (61,6%) e per la convinzione che se paghi vieni trattato meglio (18%). La fuga nel privato riguarda soprattutto l'odontoiatria (90%), le visite ginecologiche (57%) e le prestazioni di riabilitazione (36%). Ma il 69% delle persone che hanno effettuato prestazioni sanitarie private reputa alto il prezzo pagato e il 73% ritiene elevato il costo dell'intramoenia. E' quanto emerge dalla ricerca di Rbm Salute-Censis 'Scenari evolutivi per il welfare integrativo' presentata oggi in occasione del Terzo Welfare Day.

Secondo il dossier il ticket sanitario è la tassa più odiata dagli italiani: per il 50% è una tassa iniqua, il 19,5% pensa che sia inutile e il 30% lo considera invece necessario per limitare l'acquisto di farmaci. Il 56% dei cittadini ritiene troppo alto il ticket pagato su alcune prestazioni sanitarie, mentre il 41% lo reputa giusto. Si lamentano di dover pagare ticket elevati soprattutto per le visite ortopediche (53%), l'ecografia dell'addome (52%), le visite ginecologiche (49%) e la colonscopia (45%).

Molto diffusa è la percezione di una copertura pubblica sempre più ristretta: il 41% degli italiani dichiara che la sanità pubblica copre solo le prestazioni essenziali e tutto il resto bisogna pagarselo da soli, per il 14% la copertura pubblica è insufficiente per sé e la propria famiglia, mentre il 45% ritiene adeguata la copertura per le prestazioni di cui ha bisogno.

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