Pensare Globale e Agire Locale

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venerdì 21 giugno 2013

ITALIA - Tumori, il primato di Napoli


Nel capoluogo campano si muore di cancro come in nessun altro posto d'Italia. Colpa delle scorie. E di una politica sorda.

Venerdì, 21 Giugno 2013 - Adesso, di fronte alla diffusione dei dati scientifici sui tumori dei napoletani, politici e imprenditori «si travestono da mammolette, sbalordite e attonite». Eppure, fra i medici più impegnati e gli ambientalisti locali, c’è chi da decenni è trattato da incompetente perché denuncia e mette in guardia sui veleni incontrollati e sul traffico illegale dei rifiuti tossici.
I dati sanitari ufficiali ora parlano chiaro. E danno ragione, in tema di correlazione fra veleni e cancro, a chi ha sempre denunciato la strage e non a chi, prime fra tutti le istituzioni, ha sempre minimizzato e ritenuto «non dimostrabile il nesso». Napoli inquinata si guarda allo specchio. E fa la conta dei danni.
BAGNOLI, INCUBO MESOTELIOMA. Le cifre, diffuse da un gruppo di 14 ricercatori  Angir che hanno operato  su commissione della giunta comunale guidata dal sindaco Luigi de Magistris, raccontano che a Bagnoli - dove per 40 anni la gente ha respirato i fumi Italsider, l’amianto Eternit, le polveri Cementir e dove ancora ingoia i veleni della mancata bonifica - il mesotelioma pleurico (quello, per intendersi, che deriva dall’esposizione all’amianto) impazza sia fra i maschi che fra le femmine molto più che altrove. A livelli da incubo il mesotelioma si registra anche fra la popolazione che abita i quartieri Soccavo e Fuorigrotta, che sono confinanti.
A NORD IMPAZZA IL CANCRO AL FEGATO. Nei quartieri a Nord di Napoli, quelli dove pure si registrano le più ampie disponibilità di verde pubblico, in forte incremento appare invece il cancro al fegato. Forse perché chi ci abita beve troppo alcol? «No», rispondono i ricercatori, «le statistiche assicurano che lì ci si ubriaca meno che altrove». Allora, perché il cancro al fegato è così diffuso? «Nessun mistero», hanno spiegato gli studiosi Angir, «i quartieri di Chiaiano, Scampìa, Piscinola,  Marianella, Secondigliano, San Pietro a Patierno sono i più vicini all’area casertana il cui suolo è da decenni avvelenato da miriadi di discariche illegali e dal fiume di sversamenti illegali di rifiuti tossici industriali provenienti dall’Italia settentrionale».
TUMORI, A NAPOLI IL PRIMATO. Chi si ammala di più, insomma, vive a ridosso della cosiddetta Terra dei Fuochi dove ogni buco nasconde fiumi di policlorobifenili e di sera, al tramonto, i camion lungo l’Asse mediano scaricano residui proibiti mentre squadre di giovani delinquenti appiccano il fuoco alle scorie tossiche. Untori. A prezzo stracciato. A Napoli, assicurano i ricercatori Angir, si muore per colpa dei tumori più che in qualsiasi altro luogo d’Italia: 131 cittadini ogni 100 mila rispetto agli 80 del dato nazionale. Per giungere a tali conclusioni, i ricercatori hanno analizzato il registro delle cause di morte nel periodo 2004-2009 della Asl Napoli 1.

Il tumore al polmone fa strage di maschi


Entrando nei dettagli, è accertato che a Napoli muore per tumore al polmone il 32,4% dei maschi deceduti, per tumore al colon retto il 9,9, per tumore al fegato l’8,3.
Fra le femmine, il tumore alla mammella resta il più diffuso (16,1%). Seguono quello al polmone (13,3) e quello al colon retto (12,1). Il tumore al fegato è al 7,1%. Le donne che abitano nella Napoli bene, secondo lo studio, fumano troppo: si ammalano, infatti, di tumore al polmone nel 18,9% dei casi. In altri quartieri il dato appare meno allarmante. A Chiaia, invece, come a Posillipo e al Vomero, i maschi si ammalano molto di leucemia. E di melanoma.
Antonio Marfella, medico e ricercatore dell’istituto oncologico Pascale che da anni studia e denuncia i veleni della camorra, ha accolto con favore i dati Angir che confermano in pieno i suoi inascoltati Sos: «A Napoli e dintorni le ragazze si ammalano di cancro alla mammella fin da giovanissime. Eppure, si continua a dar la colpa alle sigarette e non all’ambiente inquinato».
MANCA UN REGISTRO REGIONALE. L’amarezza di Marfella non è fuori luogo: a Napoli e in Campania, nonostante le proteste, non è stato finora possibile creare un registro regionale dei tumori per monitorare e tenere sotto controllo il dramma in atto. La Regione Campania, dopo aver azzerato il comitato scientifico scelto dalle associazioni e dagli enti sanitari, ha avocato a sé la materia e approvato un progetto da 1 milione e mezzo di euro contro cui il governo ha inoltrato ricorso. Il risultato? Tutto resta nei cassetti: in stand by, mentre la gente muore.
RIFIUTI TOSSICI DAL NORD ITALIA. Vincenza Cristiano, giovane architetto abitante in Terra dei fuochi, ammalata di tumore e diventata un personaggio simbolo della lotta ai veleni, ha scritto una lettera al ministro per l’ambiente Andrea Orlando tornato alla carica per sollecitare i nuovi inceneritori a Napoli che la giunta de Magistris invece non vuole. Nella lettera, Vincenza ha denunciato l’assenza di un controllo satellitare sulle centinaia di Tir che ogni giorno scaricano impunemente nei terreni attorno a Napoli tonnellate di rifiuti tossici provenienti dalle aziende del Nord d’Italia. «Nel corso degli anni», ha precisato Vincenza, «lo Stato italiano ha sprecato investimenti e risorse, ma del controllo satellitare non si vede traccia». E ha aggiunto, delusa: «Già nel 2004 la rivista scientifica The Lancet Oncology pubblicò i dati sulla correlazione fra malattie oncologiche e veleni sul territorio. Le autorità non hanno mai dato importanza a quei numeri, sebbene la fonte fosse prestigiosa. Gli studi lo certificano, i cimiteri si riempiono, ma nessuno ferma i Tir al veleno».
IL MINISTRO AD ACERRA. A Bagnoli, lungo il muro di cinta dell’area ex Italsider sequestrata dai magistrati, giovani writers arrivati da mezza Europa hanno disegnato Mangiafuoco, il gatto, la volpe e un enorme Pinocchio colorato che scappa inseguito dai baffuti gendarmi. È un monumento alla bugia. E all’inganno, di cui si sente vittima il quartiere dopo la scoperta degli imbrogli sulla mancata bonifica. «Peccato che sia stato disegnato coi colori all’anilina”, ha commentato Vinicio, 86 anni, ambientalista ante litteram ed ex operaio da altoforno. «Vedrete, alla prima pioggia scolora». Il 20 giugno il ministro Orlando è in visita a Terra dei Fuochi. Ad Acerra, la patria di Pulcinella, imbottita di scorie e mai bonificata. 

Enzo Ciaccio

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