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sabato 13 luglio 2013

SPAGNA - Rajoy convocato dal parlamento per lo scandalo Bárcenas


10 luglio 2013 El Mundo, El País

Il primo ministro Mariano Rajoy dovrà presentarsi davanti al parlamento per rispondere dell'accusa di aver ricevuto dal 1996 al 2000 premi irregolari provenienti da una doppia contabilità del Partito popolare (Pp). Dopo aver consegnato al giudice nuovi documenti  provenienti dagli appunti dell’ex tesoriere Luis Bàrcenas che dimostrano l’esistenza di una doppia contabilità e di premi irregolari all’interno del Partito popolare, El Mundo sottolinea che

finora Rajoy ha scelto la strategia di guadagnare tempo e aspettare che la tempesta si plachi, ma ormai non può più andare avanti. Deve fornire una spiegazione convincente a proposito dei suoi rapporti con Bárcenas e della posizione del suo ex tesoriere. Per questo motivo sarebbe molto grave se il Pp decidesse di bloccare l’intervento davanti ai deputati, assolutamente necessario per un’elementare igiene democratica.

Mentre il Partito popolare continua a negare le accuse e Rajoy resta in silenzio, l’editorialista Victoria Prego riassume le attese dei cittadini con due parole: “spiegazioni” e “prove” al posto delle “chiacchiere”:

fortunatamente siamo già entrati nel territorio della giustizia, dove valgono le prove e non le opinioni. Se Bárcenas possiede delle prove deve presentarle immediatamente. Fino a questo momento abbiamo assistito a una tempesta di supposizioni sufficienti a nuocere all’onorabilità di molti e soprattutto a quella di Mariano Rajoy. Il premier non è esente dall’obbligo di parlare all’opinione pubblica per fornire spiegazioni. Non possiamo lasciare un paese nell’incertezza o addirittura in preda alla collera.

El País sottolinea che Bárcenas ha “cambiato strategia” dopo il suo incarceramento e sta portando avanti “un ricatto contro lo stato”:

ormai resta la parola di Bárcenas contro quella del primo ministro, che ha personalmente negaato il 2 febbraio di aver ricevuto o distribuito denaro in segreto. A questo punto si pone la quesitone della legalità del finanziamento del Pp e di una possibile violazione della legge da parte degli esponenti del governo Aznar, se davvero hanno ricevuto premi irregolari mentre svolgevano incarichi ministeriali.

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