Saggio del deputato ds: il Pd nascerà sano se
ammettiamo di aver criminalizzato i socialisti, inascoltato e tutto continua.
MILANO - Non è ancora nato e già si
pensa a come non farlo spirare nella culla. E del resto la gestazione è stata
lunga e sofferta, il rischio che il parto non sia indolore e che il decesso sia
prematuro è alto.
Visto sotto questa luce, il titolo
del saggio di Luciano Violante, Uncorrect - Dieci passi per evitare il
fallimento del Partito democratico (Piemme, in uscita il 13 aprile), non suona
iettatorio, ma solo giustamente cauto. Prudenza d' obbligo visto che, come spiega
Violante, «il percorso è difficile, gli ostacoli sono molti e la possibilità di
sbagliare è alta».
Ma occorre fare anche in fretta,
ricorda il deputato diessino. La disputa sul Pd ricorda «quella sulla natura
del cioccolato nel Cinquecento, che divise gesuiti e domenicani».
Per i gesuiti, il cioccolato era un
liquido e quindi il credente poteva cibarsene durante la Quaresima. Per i
domenicani era un solido. Dispute feroci. Ma, ricorda Violante, «mentre i
cattolici erano impegnati in queste sottili discussioni, i protestanti si
dedicarono subito e proficuamente all' industria del cioccolato».
Esauriti i prolegomeni, Violante
prende spunto dal Pd per riflettere sul passato e compiere una profonda critica
del sistema politico e della linea seguita dal suo partito, il Pci poi Pds e
Ds. Partendo da Bettino Craxi. Perché tra le dieci condizioni per far venire
alla luce un Pd sano, c' è la «questione socialista».
Violante riconsidera Craxi, una
figura complessa che «non si può ricordare solo come uomo di Stato o solo
latitante».
Craxi «fece del Psi la punta di
diamante di un progetto di rinnovamento», fu animato «da un formidabile spirito
innovativo», ma anche «da una totale indifferenza per la correttezza dell'
agire politico». Craxi, dice Violante, sbagliò a non ascoltare gli appelli di
Berlinguer sulla «questione morale», ma il leader del Pci avrebbe dovuto
ascoltare anche le sue ragioni. E invece per i comunisti definirsi socialisti
allora «equivaleva a un insulto».
Quel Pci, a posteriori, non piace
granché a Violante, che pure ne fu una colonna: «L' autocompiacimento per la
propria diversità che a volte era arrogante pretesa di superiorità
intellettuale e morale, la tradizionale disattenzione per i diritti civili in
nome di un primato dei diritti sociali, la scarsa laicità nei rapporti con la
società e la Chiesa, il lungo ostracismo alle riforme istituzionali sono
difetti che noi Ds dobbiamo riconoscere».
Violante chiede un mea culpa ai Ds:
«Non basta una semplice parentesi in un discorso congressuale, ma occorre un'
esplicita ammissione di errori politici gravi, che hanno pesato sulla storia d'
Italia». Tra questi errori, c' è anche Craxi. Che «scelse l' esercizio del
potere e ne rimase prigioniero», ma «fu violentemente sincero quando pose la
questione del finanziamento della politica». Quella sincerità, «che era una
chiamata di correo», «fu ignorata da tutti», tranne che dal verde Mauro
Paissan.
Violante accusa: «Forse era
difficile affrontare il tema, ma se lo avessero fatto, le cose sarebbero andate
diversamente, con minore ipocrisia.
Questo silenzio fece di Craxi una
sorta di capro espiatorio sull' altare del codice penale».
Una svolta sorprendente, soprattutto
se a farla è un esponente considerato un «giustizionalista». Accusa che
respinge, citando un Marcello Pera del ' 93, che chiedeva ai partiti «di alzare
le mani, senza le furbizie che accompagnano i rantoli della loro agonia».
Ma il punto è un altro. È «la
componente giacobina» che esisteva nella sinistra, «l' atteggiamento elitario,
fastidioso e inconcludente», che portò «a un errore grave», quello di pensare
che «eliminato il marcio, la vita politica sarebbe ripresa normalmente».
Non si capì allora che «andava
salvaguardato non tanto Craxi, che avrebbe dovuto rispondere ai giudici, ma l'
immenso patrimonio ideale e politico dei socialisti. Il Pds non distinse la
responsabilità politica del gruppo dirigente del Psi, dal partito, dai
militanti e dalla stessa idea di socialismo, concorrendo a criminalizzare l'
intero partito».
Esaurito il capitolo, Violante affronta
altri snodi centrali per far decollare il Pd. Che dovrebbe «sostenere il
primato dell' interesse generale»; «superare la divisione delle forze
riformatrici»; «difendere la laicità»; «riformare l' ordinamento della
Repubblica»; «separare i privati interessi dalle pubbliche funzioni»; «battersi
contro le nuove disuguaglianze»; far entrare giovani e donne nel gruppo
dirigente». E presentarsi come partito della Costituzione, «non per bigottismo
costituzionale», perché «il testo non è intangibile», ma per difenderne i
valori.
Violante torna su un' altro punto
chiave della storia, la morte di Aldo Moro: «Si è detto che uccidere Moro è
stato il peggiore affare per i terroristi, perché la democrazia italiana si era
ricompattata: non era vero». Al contrario: «Quell' omicidio segnò la fine di un
importante progetto politico (un' azione comune dei riformatori delle due
parti) e rallentò pesantemente lo sviluppo civile dell' Italia». Detto questo,
Violante non condivide il recente ripensamento di Fassino: «Fui tra quelli che
avversarono la linea della trattativa e non ho mutato opinione».
Affrontare e risolvere i nodi della
storia della sinistra, fa capire Violante, è l' unica ricetta per salvare nella
culla il Partito democratico. Da qui bisogna ripartire. Per le necessarie
riforme, come quella elettorale. Violante pensa a modificare il bicameralismo
perfetto, dando il voto di fiducia solo alla Camera: «Così si potrebbe definire
una legge maggioritaria per la Camera e una proporzionale al Senato».
Tra i nodi da affrontare, quello del
conflitto d' interessi, che non riguarda solo Berlusconi, ma anche «esponenti
del centrosinistra», come Illy, Soru e Genovese.
Infine, occorre innestare una buona
dose di «patriottismo civile». Il tutto, ricordando sempre che mentre si
discute, i nuovi «protestanti» sono pronti ad avviare, subito e proficuamente,
l' industria del cioccolato.
Trocino Alessandro
Pagina 11 (5 aprile 2007) - Corriere della Sera
Nessun commento:
Posta un commento