Pensare Globale e Agire Locale

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venerdì 30 agosto 2013

ITALIA - Service tax, il salasso della nuova tassa


Senza l'Imu sulla prima casa si continua a pagare.Ma il contolo decidono i Comuni. Inquilini: stangata da 1.000 euro.

di Francesco Pacifico

Tra la primavera e l'autunno 2013 sono stati risparmiati 4,5 miliardi di euro. Soldi che, però, potrebbero essere ripagati, nel 2014, sotto altre forme.
Dopola cancellazione dell’Imu sulla prima casa il ministro del Lavoro, Enrico Giovannini, ha ammesso che non sono da escludere aumenti fiscali con l’introduzione della Service tax, ribattezzata in un primo tempo dal Tesoro Taser e che prevede una quota a carico dei proprietari di casa per i servizi indivisibili (Tasi) e una destinata agli inquilini per la gestione dei rifiuti (Tari). Ma gli affittuari devono anche pagare parte della Tasi (la suddivisione dei parametri non è ancora stata definita).
INEVITABILE L'AUMENTO IVA. «È evidente», ha dichiarato a SkyTg24, «che in astratto sia possibile che i Comuni mettano aliquote più elevate».
Più tranchant il viceministro dell’Economia, Stefano Fassina: «A questo punto è inevitabile l’aumento dell’aliquota Iva dal 21 al 22%». E sono altri 2 miliardi da recuperare dai contribuenti.
L’unione degli inquilini ha parlato di una stangata per la categoria di «1.000 euro a famiglia».
VERSO LA SERVICE TAX. Enrico Letta ha promesso che non sono previsti aggravi fiscali nel passaggio dall’Imu e la Service tax. Che, in estrema sintesi, mette assieme il balzello immobiliare, l’imposta sulla spazzatura e i servizi. E che in futuro potrebbe anche assorbire le addizionali comunali.
Ma il premier è il primo a sapere che quella sull’Imu è una scommessa che potrebbe riservare pericolose sorprese.
NON CERTE LE COPERTURE. Le coperture non sono così certe: in teoria i sindaci potrebbero aumentare la parte di loro spettanza (le aliquote) e la futura tassa è destinata a essere gravata anche dalla rimodulazione delle rendite catastali.
Per non parlare del fatto che un ritardo nella ripresa, l’intervento in Siria o una maggiore pressione sul nostro debito sovrano, ridurrebbero le risorse a disposizione dello Stato.

Attesa per le nuove rendite catastali della Taser


In quest’ottica è da comprendere la composizione della nuova Taser - o come sarà rinominata - che comunque deve fare una distinzione tra prima e seconda casa.
Decisive le nuove rendite catastali. Quelle attuali sono in media sottodimensionate del 30%.
Poi c’è da capire come i Comuni vogliono valutare il costo dei servizi offerti: l’immondizia, l’illuminazione pubblica, la manutenzione stradale è previsto siano calcolati in maniera oggettiva in base ai consumi oppure c'è l'idea di incentivazioni per chi risparmia di più e penalizzazioni per chi inquina?
Il ministro del Tesoro Fabrizio Saccomanni ha però detto di volersi ispirare al principio del 'chi consuma paga'.
UN TETTO PER LA TASSA. Senza dimenticare il problema delle aliquote: di fatto, con la Legge di stabilità del 2012, sono saltati i paletti inseriti dall'ex ministro dell'Economia Giulio Tremonti per sindaci e governatori.
Nel 2012 i Comuni hanno aumentato le aliquote per 600 milioni di euro, anche per tamponare i progressivi tagli ai trasferimenti pari a circa 8 miliardi nell’ultimo quinquennio. Con altri 5 miliardi in meno nel prossimo biennio, i sindaci difficilmente hanno intenzione di rinunciare a questa leva. Non a caso Saccomanni, ha già fatto intendere di voler seguire l’esempio di Tremonti e introdurre dei tetti.
COSTO MEDIO DI 400 EURO. Come ha calcolato la Uil, l’Imu sulla prima casa è costata in media a ogni famiglia circa 225 euro. Sempre il sindacato di via Lucullo aveva stimato per la Tares, l’imposta sull’immondizia introdotta nel 2011 in sostituzione della Tariffa di igiene ambientale (Tia) e della Tassa per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani (Tarsu) che non ha mai visto la luce, un importo medio di 305 euro. In totale 530 euro.
A livello parlamentare gira voce che la Taser possa arrivare anche al 70% di questa cifra, sommando le nuove aliquote catastali, le penalizzazioni per i cittadini che consumano di più e un aumento delle addizionali. Nel caso peggiore, 400 euro.
DUBBI SULLA SECONDA RATA IMU. Ma il conto potrebbe essere ancora più salato. Che cosa potrebbe succedere se Letta non riuscisse a trovare i 2,2 miliardi che servono per congelare la rata di dicembre dell’Imu?
Il premier ha parlato di un taglio del 10% alla spesa pubblica (ma la spending review finora lanciata dimostra quanto siano aleatorie queste battaglie), di circa 700 milioni da incassare attraverso il concordato con le realtà del gioco sulle nuove slot e dell’extragettito Iva legato ai pagamenti arretrati dello Stato alle aziende.
POSSIBILE RIALZO DELLE ACCISE. Senza eccedere in pessimismo, non sono da escludere la resistenza dei ministeri e degli enti locali a ridurre la spesa, la decisione del mondo del gambling di continuare il contenzioso con l’Erario così come nuovi ritardi nei versamenti della Pubblica amministrazione.
A quel punto al premier non resterebbe che una sola strada. La solita: alzare le accise. Poco importa se benzina, tabacchi e alcolici o sulle new entry sigarette elettroniche.

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