Iniziativa
del ministero per Affari femminili per donne che hanno rapporti con miliziani
Tunisi, 21 set.- Il ministero per gli Affari femminili della Tunisia è pronto a lanciare
campagne di sensibilizzazione per contrastare "la moltiplicazione"
del numero di donne tunisine in partenza per la Siria per la loro "jihad
sessuale" al fianco dei militanti islamici impegnati nel conflitto contro
il regime di Bashar al Assad.
"Hanno rapporti sessuali con 20, 30, 100" miliziani, ha detto ieri il ministro dell'Interno, Lofti ben Jedou, davanti all'Assemblea nazionale costituente. E "tornano in patria incinte", ha aggiunto, senza precisare il numero delle donne coinvolte che, secondo la stampa, sarebbero centinaia. "Il ministero si adopererà per attuare un piano di informazione, sensibilizzazione ed educazione rivolto a donne e famiglie di tutte le regioni per informarle della gravità di queste pratiche", si legge in un comunicato diffuso oggi dal ministero, in cui si sottolinea come sia già stata creata una "unità di crisi".
Pur riferendo di una "moltiplicazione del numero di giovani donne in partenza per la cosiddetta jihad al-nikah" (guerra santa del sesso), anche il ministero per gli Affari femminili non ha fornito dati precisi.
La "jihad del sesso", che permette relazioni sessuali fuori dal matrimonio con più partner, è ritenuta da alcuni esponenti salafiti come una forma legittima di guerra santa. Nella nota, il ministero ha anche espresso "l'intenzione di rafforzare la cooperazione con strutture governative e non governative che si occupano di questa questione per individuare soluzioni appropriate per contrastare i piani di quanti incoraggiano queste pratiche".
"Hanno rapporti sessuali con 20, 30, 100" miliziani, ha detto ieri il ministro dell'Interno, Lofti ben Jedou, davanti all'Assemblea nazionale costituente. E "tornano in patria incinte", ha aggiunto, senza precisare il numero delle donne coinvolte che, secondo la stampa, sarebbero centinaia. "Il ministero si adopererà per attuare un piano di informazione, sensibilizzazione ed educazione rivolto a donne e famiglie di tutte le regioni per informarle della gravità di queste pratiche", si legge in un comunicato diffuso oggi dal ministero, in cui si sottolinea come sia già stata creata una "unità di crisi".
Pur riferendo di una "moltiplicazione del numero di giovani donne in partenza per la cosiddetta jihad al-nikah" (guerra santa del sesso), anche il ministero per gli Affari femminili non ha fornito dati precisi.
La "jihad del sesso", che permette relazioni sessuali fuori dal matrimonio con più partner, è ritenuta da alcuni esponenti salafiti come una forma legittima di guerra santa. Nella nota, il ministero ha anche espresso "l'intenzione di rafforzare la cooperazione con strutture governative e non governative che si occupano di questa questione per individuare soluzioni appropriate per contrastare i piani di quanti incoraggiano queste pratiche".
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