Il più
eclatante risultato di questi ultimi venti anni di storia del nostro paese è
davanti agli occhi di tutti: un sistema politico e soprattutto una classe di
politici incompetenti e incapaci.
Per chi ha vissuto gli anni 70-80
indipendentemente dall'idea politica non può che giungere a questa conclusione
avendo ancora nella mente uomini come Berlinguer, Moro, La Malfa, Nenni,
Pertini e via dicendo.
Mi sarebbe
piaciuto vedere i politici di allora confronto con gli attuali politici e con
le problematiche che il paese sta affrontando in un'epoca nella quale uno stato
da solo può fare ben poco. Una cosa è certa: un politico in quanto tale
dovrebbe avere una capacità di analisi in merito ai problemi della società più
larga e più lungimirante di un cittadino qualsiasi.
Facendo
riferimento agli eventi tragici di questi giorni relativi al barcone affondato
a Lampedusa con centinaia di morti, qualunque cittadino ora, dopo che è
accaduto l'irreparabile, è in grado di capire che una legge che impedisce di
dare assistenza a chi è in difficoltà in mare o che invece dichiara indagati i
superstiti per reato di clandestinità, è semplicemente una legge vergognosa. Ma
scoprirlo dopo i fatti è molto facile. Oggi ascoltare i politici che si
affannano a dichiarare che quella legge va cambiata, che questi episodi non
devono più accadere, che l'Italia deve farsi valere in ambito europeo per
affrontare il problema dell'immigrazione, non può che aggiungere alla vergogna
anche la rabbia.
Fino ad
oggi dove erano queste menti illuminate ? Non erano a conoscenza di quanto
stava e sta accadendo in medio oriente e nei paesi nord africani per capire che
la fuga da quei paesi di morte si sarebbe impennata ? O davvero si pensa che
sia il colore della pelle di un ministro ad aver provocato l'incremento della
fuga da quei paesi ? Possibile che ci sia bisogno di qualche morto, in questo
caso qualche centinaio, per rendersi conto del problema ? E poi che questa
consapevolezza sia raggiunta in base al numero di morti, come se la perdita
anche di una sola vita umana in questa ma come in qualsiasi altra circostanza
non rappresenti un evento tragico, è veramete squallido.
Insomma
ormai non si fa più politica per passione o per ideologia ma semplicemente per
convenienza, fare politica è un business, un investimento, un modo per
garantirsi in pochi anni di lavoro (si fa per dire) una vita tranquilla.
La riforma
delle riforme sarebbe una sola: chi entra in politica continua a percepire lo
stipendio che pecepiva quando lavorava oltre le inevitabili spese, niente
viatlizio, conservazione del posto di lavoro.
Credo che
il numero di parlamentari si dimezzerebbe automaticamente senza fare alcuna
legge.
ANTIPOLITICO.
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