Pensare Globale e Agire Locale

PENSARE GLOBALE E AGIRE LOCALE


domenica 17 novembre 2013

FRANCIA - Hollande e il bilancio del governo


Diritti gay. Assunzioni nella scuola. Tassazione dei redditi più alti. Politica industriale.
Incentivi per il lavoro giovanile. Quello che ha fatto il presidente. Che però crolla nei sondaggi.

Domenica, 17 Novembre 2013 - I bretoni sono scesi in strada con i berretti rossi in testa per protestare contro le nuove imposte. I cattolici hanno contestato in piazza i matrimoni omosessuali. Gli imprenditori e i disoccupati sono rassegnati e affossati dalla crisi economica. Gli studenti hanno scioperato contro le espulsioni dei rom, e adesso anche gli insegnanti marciano contro la riforma della scuola.
La Francia intera, insomma, si lamenta, scalpita e ribolle. E tutti sono pronti a puntare il dito contro il colpevole dei loro guai: il presidente François Hollande, fischiato in piazza, bocciato dai sondaggi, diventato il capo di Stato meno amato della Quinta Repubblica e dell'Europa intera.
GRADIMENTO IN PICCHIATA AL 15%. Con un gradimento personale in picchiata al 15%, persino i socialisti chiedono a Hollande di cambiare, per non trovare i consensi ghigliottinati alla prossima tornata elettorale.
Infierire sul presidente, il Re Solo divenuto anche capro espiatorio della lunga crisi francese, è fin troppo facile.
Il leader socialista è rimasto ingessato nell'austerity europea, Impigliato in gaffe e incertezze, stretto tra le delusioni della sinistra e la rabbia della destra. E ha fatto l'errore di legare il proprio mandato all'andamento della curva della disoccupazione, promettendo di ridurla: un compito che oggi pare impossibile.
Eppure, nonostante le critiche spietate, i sondaggi inclementi e le molte accuse, in un anno e mezzo di governo Hollande ha fatto più di una scelta coraggiosa. Si potrà anche non essere d'accordo con le loro politiche, ma i francesi, almeno, le hanno.

1. Per la crescita 34 nuovi piani industriali e l'investimento sul digitale


In Francia la manifattura è in crisi. Hanno chiuso aziende storiche, il settore dell’auto è in crisi e le delocalizzazioni aumentano.
A settembre 2013, però, il governo socialista ha lanciato un ambizioso piano di 34 progetti industriali per la nazione che verrà, elaborato assieme alla società di consulenza industriale Mc Kinsey e pensato per riportare l'Esagono alla frontiera dell'innovazione, preparando la crescita futura.
Parigi conta di investire complessivamente 3,5 miliardi di euro e di creare 450 mila nuovi posti di lavoro, con 4,5 miliardi  di valore aggiunto, il 40% derivante dalle esportazioni.
ECONOMIA VERDE E DIGITALE. Il progetto di rilancio (consultabile, anche in italiano, sul portale France.fr), indirizza tre priorità strategiche: la transizione energetica (dal fossile e dal nucleare alle energie rinnovabili) e il trasporto ecologico, la salute e l'economia dell'uomo (cioè le biotecnologie, i servizi alla persona e le professioni sanitarie) e soprattutto il digitale.
Temi, forse, buoni per un manuale di economia: ma anche linee di investimento coerenti con le specificità dell'industria d'Oltralpe, all'avanguardia su trasporti, sanità e telecomunicazioni.
 E già il 14 novembre a Parigi è stato inaugurato un centro di sei piani per accogliere le nuove start-up dell'economia digitale.

2. Scuola: 20 mila nuovi insegnanti e più tempo in classe


Il governo socialista investe nella scuola. Hollande ha promesso di assumere 60 mila nuovi docenti in cinque anni e lo sta realmente facendo: dall'inizio del suo mandato sono stati assunti circa 7 mila insegnanti da maggio a dicembre 2012 e altri 10 mila nel 2013.
LA RIFORMA DELLA SCUOLA. Con la riforma del ritmo scolastico (che tanto fa discutere e manifestare in questi giorni), il ministro dell'Educazione Vincent Peillon ha aumentato il monte ore di lezione degli studenti francesi, finora tra i più bassi della media Ue. Mentre il ministro dell'Istruzione superiore, Geneviève Fioraso, ha proposto di inserire corsi in inglese nell'offerta delle università d'Oltralpe per aprire il sistema all'internazionalizzazione.

3. La tassazione sui redditi alti: aliquota al 45% oltre 150 mila euro


Negli ultimi quattro anni in Francia la pressione fiscale è aumentata di un punto percentuale all'anno e nel 2013 ha segnato un nuovo record al 46% del reddito: una situazione che lo stesso ministro dell'economia Pierre Moscovici ha definito al limite. Ma il governo socialista ha ridistribuito gli oneri.
L'ALIQUOTA AL 45%. Anche se la promessa di tassare al 75% i redditi più alti è risultata essere più una boutade elettorale ed è stata trasferita sulle imprese, l'esecutivo ha imposto una nuova aliquota e tassato al 45% i redditi oltre i 150 mila euro.
Hollande ha aumentato l'Iva (dal 19,6 al 20%), tra le tasse più inique perché imposta a tutti indipendentemente dal reddito, ma lo ha fatto in misura minore di quanto previsto dal governo precedente di Nicolas Sarkozy.

4. Sostegno al lavoro giovanile: 4 mila euro per ogni under 26 assunto


Il governo di Parigi è stato tra i più attivi nel favorire l’occupazione giovanile. Lo Stato francese offre 4 mila euro alle imprese che assumono un giovane sotto i 26 anni mantenendo al lavoro anche un dipendente ultra 57enne. Si tratta dei cosiddetti «contratti di generazione», copiati anche dal governo delle larghe intese italiano.
Infine ha messo a disposizione 1,5 miliardi di euro per sovvenzionare gli «impieghi del futuro», contratti a tempo indeterminato o a tempo determinato per i giovani dai 16 ai 25 anni e senza diploma.
BANCA PUBBLICA PER LE PMI. Inoltre a ottobre del 2012, a nemmeno sei mesi dal suo ingresso all'Eliseo, il presidente francese ha creato una banca pubblica per il finanziamento delle piccole e medie imprese francese a corto di capitali. Il nuovo ente è nato dall'unione di un braccio operativo della Cassa depositi e prestiti con l'istituto di finanziamento delle start up Oséo e il fondo di investimento strategico voluto da Sarkozy per proteggere il made in France. L'ente dovrebbe avere una capacità di intervento da 40 miliardi di euro.

5. La legalizzazione dei matrimoni omosessuali


Il 23 aprile 2013 l'Assemblea nazionale francese ha detto si ai matrimoni omosessuali. La legge, promessa da Hollande in campagna elettorale, è stata approvata con 331 voti a favore e 225 contrari, in mezzo alle polemiche.
Per mesi gruppi della destra e i cattolici integralisti hanno riempito le piazze per protestare contro il progetto di legge. Ma il governo ha proseguito dritto per la sua strada, con l'idea che allargare i diritti di una parte fosse un passo di civiltà per tutti.
Attualmente le persone omosessuali possono sposarsi e adottare un bambino.

Giovanna Faggionato

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