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domenica 29 dicembre 2013

ITALIA - Renzi: «Con Letta e Alfano niente in comune»


«Premier e vicepremier? Io sono diverso, ho un mandato popolare».

Domenica, 29 Dicembre 2013 - Sostiene il governo, ma prende le distanze da Enrico Letta. Matteo Renzi, in un'intervista alla Stampa ha detto la sua sul premier e su Angelino Alfano, i suoi «coetanei».
«Io sono totalmente diverso, per tanti motivi, da Letta e Alfano, ma quanto al governo bisogna tener fede a quanto detto: se Letta fa, va avanti. Certo, se si fanno marchette e si passa dalle larghe intese all'assalto alla diligenza, non va bene», ha dichiarato il segretario del Pd al quotidiano torinese.
«NEL 2014 SI PASSA DAL LAVORO ALLE RIFORME». «Le cose bisogna raccontarle per come stanno», ha continuato, «lui, Enrico, è stato portato al governo anni fa da D'Alema, che io ho combattuto e combatto in modo trasparente; e Angelino Alfano al governo ce l'ha messo Berlusconi, quando io non ero ancora nemmeno sindaco di Firenze».
«Io sono diverso in primis perché ho ricevuto un mandato popolare. Per questo», ha sottolineato, «con l'anno nuovo si passa dalle chiacchiere alle cose scritte: lavoro e riforme».
«L'idea è di continuare a sostenere il governo a condizione che faccia quel che deve. Però potevano risparmiarsi e risparmiarci tante cose. E la faccenda della nomina da parte di Alfano di diciassette nuovi prefetti è soltanto la ciliegina sulla torta.
NO AL RIMPASTO DI GOVERNO. Di 'rimpasto' il sindaco di Firenze non vuole sentir parlare: «Quella parola, intendo rimpasto, non l'ho mai pronunciata e mai la pronuncerò. Io fatico a tenere dietro al governo, perché ogni tanto mi dice che vorrebbe lasciare: è quello il mio problema, non ho alcun interesse a mettere pedine e scambiare caselle: chiedo solo che si cambino stile e velocità nel governo».
Sulla legge elettorale Renzi ha iniziato a preparare una nuova offensiva, anche nei confronti di Grillo e Berlusconi: «Vediamo cosa risponderanno gli uni e gli altri ma io con loro ci parlo e ci parlerò. Il voto subito? Calma, bisogna tener fede a quando detto: se Letta fa, va avanti».

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