Pensare Globale e Agire Locale

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sabato 14 dicembre 2013

UE - GIOCHI DI POTERE: Angela Merkel, Vladimir Putin e un legame indissolubile

 

La cancelliera fa la voce grossa sull'Ucraina. Ma l'intesa con lo zar è forte. Per gli interessi economici miliardari. Allarme della Bild: Mosca ha schierato missili atomici al confine con l’UE

Sabato, 14 Dicembre 2013 - Sono la coppia più unita del continente, anche se non vogliono sbandierarlo troppo ai quattro venti.
A dire il vero non si amano, ma il loro legame si basa sul pragmatismo politico ed economico che unisce i Paesi che in questo momento rappresentano.
Vladimir Putin e Angela Merkel, rispettivamente l’uomo e la donna più potenti del mondo, guidano due nazioni che negli ultimi 20 anni sono passate dalle divisioni della Guerra fredda a una già solida partnership destinata a diventare sempre più stretta.
MERKEL SULLA SCIA DI KOHL. L’asse Mosca-Berlino può fare ricordare tempi bui e, anche se Vova e Angie non sono Stalin e Hitler, è meglio che il rapporto passi inosservato. Soprattutto in casa tedesca, dove - come un po’ in tutto l’Occidente - l’inquilino del Cremlino non gode di una fama impeccabile, a ragione o a torto.
Il punto è che Frau Merkel continua a calcare il solco tracciato prima dal suo mentore Helmut Kohl e poi da Gerhard Schröder, i cancellieri tedeschi che dal 1991 hanno sviluppato le relazioni con la Russia anche attraverso rapporti personali da Mikhail Gorbaciov e Boris Eltsin a Putin.
UNA COOPERAZIONE STRATEGICA. Germania e Russia sono legate in modo strategico e la cooperazione economica - in particolare nel settore energetico - è il binario più evidente.
Berlino è il terzo partner commerciale per Mosca a livello mondiale e nel solo 2012 imprese tedesche hanno investito nella Federazione russa per oltre 25 miliardi di euro. I tubi del Nordstream, il gasdotto targato Gazprom che passa sotto il Mar Baltico aggirando la Polonia e per questo ai tempi della realizzazione ha sollevato a Varsavia i fantasmi del patto Molotov-Ribbentropp, unisce dal 2011 i due Paesi ancora più di prima. Ma molto deve ancora venire.
Il nuovo governo tedesco di Angela Merkel ha infatti messo nero su bianco nel proprio programma di coalizione che i rapporti con la Russia devono essere approfonditi e allargati.
COLLABORAZIONE IN MATERIA DI SICUREZZA. Nel Koalitionsvertrag (il contratto sottoscritto da Cdu, Csu e Spd, in cui sono raccolte le linee guida per i prossimi quattro anni) un capitolo extra è dedicato alla questione. Oltre a un richiamo formale e politicamente corretto sul fatto che la Germania si aspetta dalla Russia il rispetto degli standard democratici, un passaggio essenziale è inoltre quello della collaborazione più stretta nella politica estera e di sicurezza.
Dettaglio non di poco conto, se si calcola che nel passato recente Kanzleramt e Cremlino, indipendentemente dai loro inquilini, si sono già trovati spesso sulle stesse posizioni, dal no alla guerra in Iraq a quello in Libia e in Siria, per finire al recente Datagate, caso che ha fatto scendere le quotazioni delle relazioni transatlantiche.

Il doppiogiochismo di Berlino


Non si tratta certo di una Ostpolitik che degrada le relazioni con gli Stati Uniti, che rimangono in ogni caso un perno per Berlino, ma è evidente che la Germania dopo il crollo del Muro e della Cortina di ferro si è emancipata, prendendo strade che a Washington non sono certo condivise.
Nonostante l’apparenza e la voce grossa di rito che la cancelliera ha fatto nel caso ucraino, sottolineando le ingerenze russe a Kiev nel tentativo di bloccare l’Accordo di associazione (Aa) con l’Ue, in realtà la Germania sembra condurre un doppio gioco destinato alla fine a non irritare troppo Mosca.
IL VETO SU TYMOSHENKO. La linea irremovibile sul caso Tymoshenko che l’Unione a portato avanti sino allo schianto del vertice di Vilnius è stata farina della signora Merkel.
Mentre alti Paesi, come la Polonia, sarebbero stati disposti a un compromesso, siglando l’intesa anche con l’eroina della Rivoluzione arancione dietro le sbarre, la Germania ha imposto il veto. Senza la scarcerazione di Tymoshenko, niente intesa.
SITUAZIONE FLUIDA. Dopo la richiesta di 20 miliardi di euro fatta dal premier ucraino per arrivare alla sottoscrizione dell’Accordo sono state le voci tedesche a respingere per prime l’offerta.
La Germania non vuole in sostanza ritrovarsi a pagare ora o nel futuro il conto ucraino. Gli ultimi sviluppi convulsi tra Kiev, Bruxelles e Mosca, dove il presidente ucraino Victor Yanukovich è pronto a recarsi martedì 17 dicembre, rendono possibile qualsiasi soluzione.
L'INCOGNITA STEINMEIER. Se ora pare che Ucraina e Ue si siano accordate per una road map che porti alla firma dell’Aa il prossimo anno, anche se ci sono ancora molti punti interrogativi a partire proprio dal destino dell’ex premier incarcerata, resta da vedere come si comporterà il nuovo governo tedesco di Angela Merkel, con il nuovo probabile ministro degli Esteri Frank Walter Steinmeier, molto vicino all’ex cancelliere Schröder che a sua tempo aveva definito l’amico Putin un «vero democratico».
Berlino, che già nel 2008 aveva bloccato l’entrata dell’Ucraina nella Nato, potrebbe in fondo trovare il modo di fare ancora un favore a Mosca, oltre che a se stessa.

Stefano Grazioli

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