Se esistesse un Don Abbondio dei nostri tempi, alla domanda:
"Chi è Antonio Mastrapasqua?", non potrebbe rispondere come a
proposito di Carneade. Potrebbe, incrociando le braccia dietro la schiena,
rispondere soltanto cosi': "beato lui".
Antonio Mastrapasqua e' infatti, fino a prova contraria, un
recordsman, un imbattibile. Non per il reddito che, diciamocelo francamente,
non e' nemmeno paragonabile a quello della ministra guardasigilli Paola
Severino, che vanta circa 7 milioni all'anno. Ottenuti spellando vivi i suoi
clienti di cause legali variopinte. I quali, potendo pagare quel po po' di
parcelle, devono essere, a loro volta, degli spellatori dei rispettivi clienti.
Il povero Antonio Mastrapasqua guadagna soltanto 1,2 milioni di
euro all'anno, circa 4,4 miliardi di vecchie lire. Ma la differenza sta nel
fatto che gran parte dei suoi redditi il nostro ex Carneade la spilla dal
denaro pubblico, o semipubblico. Anzi la spilla utilizzando i denari del
pubblico, in prima battuta: in qualita' di Presidente dell'Inps.
Benemerita e perfettamente legale attivita',
per la quale e' stato nominato dal governo. Da quale governo non importa,
essendo stati, in questi decenni, tutti uguali. Se non fosse che l'elenco delle
sue presidenze, vice-presidenze, include anche Equitalia, la nota impresa
cacciatrice di evasioni, anch'essa di fatto pubblica, poi Equitalia Nord,
Equitalia Centro, Equitalia Sud.
E fanno cinque. Invito i lettori a immaginare quante poltrone
possono essere distribuite stando in posti come quelli, quante prebende se ne
possono ricavare, quante alleanze si possono inventare e gestire. Sarebbe
interessante, ma non abbiamo tempo di farlo noi, andare a vedere quali gettoni
e quanti ricava dalle riunioni dei rispettivi consigli di amministrazione.
Ma ancora piu' interessante sarebbe fare i conti del tempo che
impiega nel partecipare agli stessi. Non sono noccioline, sicuramente. La cosa
piu' inverosimile e' il tempo. Quante ore ha il giorno di Antonio Mastrapasqua?
Dobbiamo chiedercelo, perche', altrimenti, dovremmo giungere alla conclusione
che Mastrapasqua e' un banale truffatore, che prende stipendi a tradimento. E
noi questo non osiamo neppure pensarlo.
Ma continuare nell'elenco offre amene sorprese. Perche' Antonio
Mastropasqua e' anche dirigente di Italia Previdente, di Eur Spa, di Eur Tel,
di Eur Congressi Roma, di Coni servizi Spa, di Autostrade per l'Italia, di
Fandango, di Telecom Italia Media. E fanno tredici. Allora uno si pone
questioni che sconfinano dalla finanza alla filosofia. Ma quali sono le
caratteristiche morfologiche del signor Mastrapasqua? Qual e' la sua intima
natura? Altro che Carneade! Qui ci vuole uno studioso di antropologia. Siamo di
fronte a un personaggio epico, leonardesco, poliedrico, fantastico.
A vederlo non sembra un superuomo, anche se si
sa che frequenta associazioni di canottieri sulle rive del Tevere, avendo come
vicino di armadietto Paolo Garimberti in persona. Con queste capacita',
infatti, dev'essere in grado di condurre, da solo, un "otto con
timoniere", poiche' deve avere, sotto la giacchetta, non due ma sedici
braccia, capaci di firmare simultaneamente assegni bancari, documenti
riservati, relazioni di attivita', dare ceffoni ai figli, se ne ha, sorreggere
la moglie (che, a sua volta, controlla i conti della Rai, cioe' porta a casa un
altro sontuoso stipendio e ulteriori gettoni di qualche altro consiglio di
amministrazione di ente benefico).
Ma voi non penserete che sia finita qui, spero. L'elenco
dell'infaticabile moltiplicazione dei pani e dei pesci di questo divo del
lavoro non si ferma a tredici. Lui e' anche nel consiglio di amministrazione di
Quadrifoglio, di Telenergia, di Loquendo, di Aquadrome. E fanno diciassette.
Avete presenti i dendriti? Sarebbero quelle strutture ramificate
dei cristalli, che riproducono processi di infinita moltiplicazione, si
manifestano sullo schermo di un computer, dando l'impressione di precipitare
nell'infinitamente piccolo. Ecco, Antonio Mastrapasqua e' probabilmente un
dendrite umano, anzi disumano. Una specie di virus capace di insinuarsi in ogni
piega della pubblica amministrazione e dei suoi derivati parassitari,
succhiando da ogni cellula qualche cosa.
Esistono virus di questo tipo, che si raddoppiano ogni venti
minuti e che possono addirittura evolversi, raddoppiando. Ma temo che nemmeno questa
escursione matematica sia adeguata alla fantasmagorica capacita' di
Mastrapasqua. Il quale e' anche nel consiglio di amministrazione, o forse
revisore dei conti, o magari presidente onorario (sempre a gettoni, s'intende,
come immagino probabile) di Mediterranean Nautilus Italy, di ADR Engineering,
di Consel, di Groma, di EMSA Servizi, di Telecontact Center, di Idea Fimit SGR.
E fanno ventiquattro (24).
Da questo approdo, nel quale ci si puo'
gettare in mare, sconsolati, si potrebbe anche tentare di salpare verso altri
lidi. Ma da quale abisso d'indecenza proviene questo quadro? Non parlo del
dendrite Mastrapasqua. Egli altro non e' che il ritratto dell'individuo
infelice e avido, afferrato dalla coazione al denaro e al potere. Pensate alla
tristezza sconfinata di uno che ha a che fare con tutta quella gente; che deve
vivere in mezzo agli squali; che non ha neanche un minuto di tempo per fare un
sudoku in bagno; che morira' straricco senza poter confessare a nessuno di
avere vissuto.
Penso a chi ha permesso tutto questo. A chi ha messo al vertice
dell'Inps, cioe' a tutela del lavoro di milioni e milioni di italiani, un
manichino di questa fatta. Mastrapasqua e' il ritratto fedele di una classe
dirigente. Da questa gente non potremo ricavare nulla di buono per noi.
Questi non sono riformabili, non sono emendabili, non sono
nemmeno scusabili. Sono soltanto pericolosi. Vanno cacciati via. A forconate,
se non c'e' altro modo.
Giulietto Chiesa per "la Voce delle
voci"
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