Recentemente,
da vecchio e disincantato socialista di un tempo, mi sono posto la domanda:
nell’Italia di oggi ha ancora un senso auspicare un forte e incisivo partito
socialista?
Di primo
acchito per me, ma credo anche per la maggior parte delle persone, la risposta
è assolutamente NO. I tempi sono completamente cambiati, viviamo nell’era di
internet, le ideologie sembrano morte, parlare di lotta di classe è superato, i
modelli di riferimento, stili di vita, aspirazioni individuali sono
integralmente cambiati.
In più
bisogna riconoscere che il vecchio Psi ha avuto delle responsabilità gravissime
sul piano della cattiva gestione del denaro pubblico, della corruzione, della
crescita esponenziale del debito pubblico, della drastica caduta dei valori
morali e sociali. E i vecchi socialisti, molti dei quali non hanno rubato in
tutta la vita una sola delle vecchie lire, sentono comunque la grave
responsabilità di aver permesso la degenerazione di una delle più belle,
ambiziose e umane ideologie.
Quest’ultima
valutazione mi porta, però, a fare una seconda domanda: cosa ha spinto in
passato milioni di italiani a iscriversi e a votare per il Partito socialista?
Ovviamente
esprimo solo un’opinione personale. In estrema sintesi, ritengono che molti
hanno considerato che tra comunismo e capitalismo, l’idea socialista fosse il
modello intermedio più adatto a far crescere un popolo senza farlo cadere negli
eccessi opposti. Da un lato c’era sempre il rischio di sprofondare in una
dittatura comunque nefasta, anche se fatta in nome del proletariato;
dall’altro, di essere costretti a vivere in una giungla economica dove
fatalmente (e su questo Marx aveva perfettamente ragione) i ricchi sarebbero
diventati sempre più ricchi ma in un numero sempre minore e i poveri sempre più
poveri ma in un numero sempre maggiore.
Inoltre, il
socialismo veniva considerato una mediazione accettabile tra due concetti che
generalmente vengono affiancati ma che nella realtà si trovano in un rapporto
dialettico: Giustizia e Libertà. Per avere più giustizia, infatti, occorre
avere più regole e più ci sono regole più viene compressa la libertà
individuale. Dall’altro lato, meno regole ci sono più c’è il rischio di un
crescente proliferare di ingiustizie e prevaricazioni.
In parole
povere, tra un mondo regolato nei minimi dettagli e un mondo senza regole, c’è
spazio per un mondo d’ ispirazione sociale e umanitaria, con alcune regole
emanate soprattutto per difendere i più poveri e deboli.
Possiamo
dire che tutto ciò oggi è roba da buttare via? Da rottamare? Roba dell’altro
secolo?
Francamente
direi di no. Al contrario, rispecchiano istanze universali nel tempo e nello
spazio. Qualcosa di socialista è sempre esistito fin dai tempi dell’Antica
Grecia. Platone non è stato in un certo qual modo un socialista? E i fratelli
Graco a Roma? E Gesù Cristo? (sono sicuro che Papa Francesco non si
offenderà per questo accostamento, fatto nello spirito più puro del termine).
Ma se le
cose stanno così, anche l’idea di un nuovo e moderno Partito Socialista, non è
un’idea del tutto bislacca e superata. Anzi, per certi versi, dopo il
fallimento del comunismo e del pessimo esempio che sta dando il capitalismo sfrenato,
solo una nuova forza socialista potrebbe ridare slancio alle eterne esigenze di
chi ha poco o nulla e che subisce ogni giorno le prepotenze, l’ingordigia, la
mancanza di senso civico e sociale e di comprensione umana da parte di chi ha
tanto.
Paradossalmente
un Partito Socialista del 2000 avrebbe uno spazio notevole se solo cercasse di
risolvere problemi antichissimi, che poi sono condensabili in un semplice
twitter:
1)
sussistenza alimentare generalizzata;
2)
necessità di avere un tetto;
3)
assistenza sanitaria gratuita per i più poveri;
4)
diritto allo studio per i più meritevoli;
5)
vita culturale degna di essere vissuta.
Questo
Partito Socialista del 2000 dovrebbe essere gestito dalla generazione di mezzo,
con il supporto e l’entusiasmo dei giovani e l’esperienza degli anziani.
I giovani
potrebbero eseguire un lavoro di apprendistato e di assistenza sociale
attraverso piccoli gruppi autogestiti di medici, psicologi, insegnanti,
ingegneri, avvocati, artigiani, agricoltori, operai, ecc. Oltre a prestare un
servizio sociale farebbero anche esperienze umane e professionale, utili alla
propria formazione. Al posto del vecchio servizio militare obbligatorio
potrebbe essere introdotto un servizio sociale facoltativo in grado di dare
‘crediti’ utili per la futura attività lavorativa.
Gli anziani
dovrebbero impegnarsi soprattutto in un’attività di riflessione ed
elaborazione di proposte, nonché in un’attività di volontariato. Un’attività
che, tra l’altro, permetterebbe soprattutto ai pensionati di sentirsi ancora
utili e meno isolati.
Tutta la
gestione operativa e decisionale dovrebbe invece essere affidata, sia a livello
nazionale che locale, alla generazione di mezzo, che si trova nella pianezza
delle forze fisiche e mentali.
L’obiettivo
principale del Partito non dovrebbe essere certamente quello di creare, gestire
o collocare persone ai vertici degli enti pubblici ma di favorire le attività
di organismi che già operano in campo sociale, tipo le organizzazioni
religiose, Emergency, le cooperative sociali, ecc.
Sul piano
organizzativo e legislativo le proposte potenzialmente incisive possono essere
tante. Ecco qualche esempio:
Per la
sussistenza alimentare:
a)
favorire l’ampliamento delle sedi Caritas o similari su tutto il territorio;
b)
ideare un piano di distribuzione dell’enorme volume di cibo scartato solo per
motivi estetici;
c)
prevedere sconti fiscali per chi offre ai poveri dei buoni pasti gratuiti
Per un tetto
decoroso:
a)
consentire la trasformazione dell’enorme patrimonio immobiliare abbandonato, sequestrato,
inoperoso per motivi fallimentari in alloggi destinati ai senza fissa
dimora, alle persone che vivono per strada, ecc.
b)
promuovere a livello politico, la creazione di un nuovo piano casa rivolto
soprattutto ai giovani, ai sfrattati, agli anziani abbandonati.
Per
l’assistenza sanitaria:
a)
favorire in tutti i quartieri la nascita di cooperative di giovani medici
disposti a sacrificare alcune ore alla settimana per assistere le persone che
non sono in grado di pagare neanche il ticket. In questo modo si risolverebbe,
tra l’altro, il grave problema del sovraffollamento dei Pronto soccorsi.
Diritto allo
studio:
a)
una delle più gravi discriminazioni riguarda la possibilità di studiare. Per i
meno abbienti ma dotati lo studio deve essere gratuito a tutti i livelli;
b)
gruppi di insegnanti in pensione potrebbero assistere i giovani meno dotati o
che non hanno un adeguato substrato culturale e familiare.
Vita
culturale:
Sull’esempio
degli Stati Uniti dovrebbe essere introdotto un sistema d’ incentivi fiscali
per chi è disposto a finanziare o promuovere attività culturali sul proprio
territorio.
Queste sono
solo alcune delle proposte che andrebbero vagliate e studiate nei particolari
in modo da renderle anche fattibili. A tutto ciò occorre assolutamente
aggiungere il Reddito di cittadinanza come avviene ormai in quasi tutti
gli Stati dell’Europa. Chi riceve questo Reddito dovrebbe a sua volta
impegnarsi in attività di assistenza sociale.
Infine, due
parole, sul comportamento e atteggiamento verso l’esterno dei membri del
Partito Socialista. Considerando che la gente è ormai arcistufa di vedere in Tv
solo litigi, sterili polemiche e accuse reciproche basate su considerazioni
personali e legate quasi esclusivamente dall’appartenenza partitica,
sarebbe auspicabile che i socialisti parlassero solo di cose concrete e fossero
sempre documentati e informati, senza alimentare inutili e fastidiose polemiche
personali.
In altri
termini, su tutto deve prevalere la concretezza e la conoscenza degli argomenti
trattati. Questa, in Italia, rappresenterebbe una vera novità.
A questo
punto mi fermo. Se qualcuno ritiene utile approfondire qualcuno di questi
argomenti lo invito semplicemente a scrivermi. Se poi queste riflessioni
finiranno per contribuire alla nascita di un nuovo fiore nel desolante e quasi
inesistente prato socialista (mi riferisco solo all’aspetto formale e non del
sentimento socialista che, al contrario, è molto più diffuso di quanto appaia)
non potrei che essere felice e orgoglioso. Ma questo è un aspetto personale che
conta poco o nulla.
Rainero
Schembri
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