Pensare Globale e Agire Locale

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giovedì 13 febbraio 2014

ITALIA - Ha ancora un senso auspicare un forte Partito Socialista Italiano?




Recentemente, da vecchio e disincantato socialista di un tempo, mi sono posto la domanda: nell’Italia di oggi ha ancora un senso auspicare un forte e incisivo partito socialista?

Di primo acchito per me, ma credo anche per la maggior parte delle persone, la risposta è assolutamente NO. I tempi sono completamente cambiati, viviamo nell’era di internet, le ideologie sembrano morte, parlare di lotta di classe è superato, i modelli di riferimento, stili di vita, aspirazioni individuali sono integralmente cambiati.

In più bisogna riconoscere che il vecchio Psi ha avuto delle responsabilità gravissime sul piano della cattiva gestione del denaro pubblico, della corruzione, della crescita esponenziale del debito pubblico, della drastica caduta dei valori morali e sociali. E i vecchi socialisti, molti dei quali non hanno rubato in tutta la vita una sola delle vecchie lire, sentono comunque la grave responsabilità di aver permesso la degenerazione di una delle più belle, ambiziose e umane ideologie.

Quest’ultima valutazione mi porta, però, a fare una seconda domanda: cosa ha spinto in passato milioni di italiani a iscriversi e a votare per il Partito socialista?

Ovviamente esprimo solo un’opinione personale. In estrema sintesi, ritengono che molti hanno considerato che tra comunismo e capitalismo, l’idea socialista fosse il modello intermedio più adatto a far crescere un popolo senza farlo cadere negli eccessi opposti. Da un lato c’era sempre il rischio di sprofondare in una dittatura comunque nefasta, anche se fatta in nome del proletariato; dall’altro, di essere costretti a vivere in una giungla economica dove fatalmente (e su questo Marx aveva perfettamente ragione) i ricchi sarebbero diventati sempre più ricchi ma in un numero sempre minore e i poveri sempre più poveri ma  in un numero sempre maggiore.

Inoltre, il socialismo veniva considerato una mediazione accettabile tra due concetti che generalmente vengono affiancati ma che nella realtà si trovano in un rapporto dialettico: Giustizia e Libertà. Per avere più giustizia, infatti, occorre avere più regole e più ci sono regole più viene compressa la libertà individuale. Dall’altro lato, meno regole ci sono più c’è il rischio di un crescente proliferare di ingiustizie e prevaricazioni.

In parole povere, tra un mondo regolato nei minimi dettagli e un mondo senza regole, c’è spazio per un mondo d’ ispirazione sociale e umanitaria, con alcune regole emanate soprattutto per difendere i più poveri e deboli.

Possiamo dire che tutto ciò oggi è roba da buttare via? Da rottamare? Roba dell’altro secolo?

Francamente direi di no. Al contrario, rispecchiano istanze universali nel tempo e nello spazio. Qualcosa di socialista è sempre esistito fin dai tempi dell’Antica Grecia. Platone non è stato in un certo qual modo un socialista? E i fratelli Graco a Roma?  E Gesù Cristo? (sono sicuro che Papa Francesco non si offenderà per questo accostamento, fatto nello spirito più puro del termine).

Ma se le cose stanno così, anche l’idea di un nuovo e moderno Partito Socialista, non è un’idea del tutto bislacca e superata. Anzi, per certi versi, dopo il fallimento del comunismo e del pessimo esempio che sta dando il capitalismo sfrenato, solo una nuova forza socialista potrebbe ridare slancio alle eterne esigenze di chi ha poco o nulla e che subisce ogni giorno le prepotenze, l’ingordigia, la mancanza di senso civico e sociale e di comprensione umana da parte di chi ha tanto.

Paradossalmente un Partito Socialista del 2000 avrebbe uno spazio notevole se solo cercasse di risolvere problemi antichissimi, che poi sono condensabili in un semplice twitter:

1)      sussistenza alimentare generalizzata;

2)      necessità di avere un tetto;

3)      assistenza sanitaria gratuita per i più poveri;

4)      diritto allo studio per i più meritevoli;

5)      vita culturale degna di essere vissuta.

Questo Partito Socialista del 2000 dovrebbe essere gestito dalla generazione di mezzo, con il supporto e l’entusiasmo dei giovani e l’esperienza degli anziani.

I giovani potrebbero eseguire un lavoro di apprendistato e di assistenza sociale attraverso piccoli gruppi autogestiti di medici, psicologi, insegnanti, ingegneri, avvocati, artigiani, agricoltori, operai, ecc. Oltre a prestare un servizio sociale farebbero anche esperienze umane e professionale, utili alla propria formazione. Al posto del vecchio servizio militare obbligatorio potrebbe essere introdotto un servizio sociale facoltativo in grado di dare ‘crediti’ utili per la futura attività lavorativa.

Gli anziani dovrebbero impegnarsi soprattutto  in un’attività di riflessione ed elaborazione di proposte, nonché in un’attività di volontariato. Un’attività che, tra l’altro, permetterebbe soprattutto ai pensionati di sentirsi ancora utili e meno isolati.

Tutta la gestione operativa e decisionale dovrebbe invece essere affidata, sia a livello nazionale che locale, alla generazione di mezzo, che si trova nella pianezza delle forze fisiche e mentali.

L’obiettivo principale del Partito non dovrebbe essere certamente quello di creare, gestire o collocare persone ai vertici degli enti pubblici ma di favorire le attività di organismi che già operano in campo sociale, tipo le organizzazioni religiose, Emergency, le cooperative sociali, ecc.

Sul piano organizzativo e legislativo le proposte potenzialmente incisive possono essere tante. Ecco qualche esempio:

Per la sussistenza alimentare:

a)      favorire l’ampliamento delle sedi Caritas o similari su tutto il territorio;

b)      ideare un piano di distribuzione dell’enorme volume di cibo scartato solo per motivi estetici;

c)      prevedere sconti fiscali per chi offre ai poveri dei buoni pasti gratuiti

Per un tetto decoroso:

a)      consentire la trasformazione dell’enorme patrimonio immobiliare abbandonato, sequestrato, inoperoso per motivi fallimentari in alloggi destinati ai senza fissa dimora,  alle persone che vivono per strada, ecc.

b)      promuovere a livello politico, la creazione di un nuovo piano casa rivolto soprattutto ai giovani, ai sfrattati, agli anziani abbandonati.

Per l’assistenza sanitaria:

a)      favorire in tutti i quartieri la nascita di cooperative di giovani medici disposti a sacrificare alcune ore alla settimana per assistere le persone che non sono in grado di pagare neanche il ticket. In questo modo si risolverebbe, tra l’altro, il grave problema del sovraffollamento dei Pronto soccorsi.

Diritto allo studio:

a)      una delle più gravi discriminazioni riguarda la possibilità di studiare. Per i meno abbienti ma dotati lo studio deve essere gratuito a tutti i livelli;

b)      gruppi di insegnanti in pensione potrebbero assistere i giovani meno dotati o che non hanno un adeguato substrato culturale e familiare.

Vita culturale:

Sull’esempio degli Stati Uniti dovrebbe essere introdotto un sistema d’ incentivi fiscali per chi è disposto a finanziare o promuovere attività culturali sul proprio territorio.

Queste sono solo alcune delle proposte che andrebbero vagliate e studiate nei particolari in modo da renderle anche fattibili. A tutto ciò occorre assolutamente aggiungere il Reddito di cittadinanza come avviene ormai in quasi tutti gli Stati dell’Europa. Chi riceve questo Reddito dovrebbe a sua volta impegnarsi in attività di assistenza sociale.

Infine, due parole, sul comportamento e atteggiamento verso l’esterno dei membri del Partito Socialista. Considerando che la gente è ormai arcistufa di vedere in Tv solo litigi, sterili polemiche e accuse reciproche basate su considerazioni personali e legate  quasi esclusivamente dall’appartenenza partitica, sarebbe auspicabile che i socialisti parlassero solo di cose concrete e fossero sempre documentati e informati, senza alimentare inutili e fastidiose polemiche personali.

In altri termini, su tutto deve prevalere la concretezza e la conoscenza degli argomenti trattati. Questa, in Italia, rappresenterebbe una vera novità.

A questo punto mi fermo. Se qualcuno ritiene utile approfondire qualcuno di questi argomenti lo invito semplicemente a scrivermi. Se poi queste riflessioni finiranno per contribuire alla nascita di un nuovo fiore nel desolante e quasi inesistente prato socialista (mi riferisco solo all’aspetto formale e non del sentimento socialista che, al contrario, è molto più diffuso di quanto appaia) non potrei che essere felice e orgoglioso. Ma questo è un aspetto personale che conta poco o nulla.

Rainero Schembri

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