Ha ragione il compagno Del Bue, che con una
bella immagine ha descritto questi venti anni coronati da questa improvvisa
fiammata che rievoca il passato: Tangentopoli “È un viaggio di andata e ritorno
costruito sulla menzogna”.
A poco importa a questo punto vivisezionare
nel merito le vicende che emergono dalle gare d’appalto per l’EXPO e chi scrive
ha una ragione in più di indignazione e disagio avendo contribuito con fatica e
lavoro alla campagna vincente, tutt’altro che semplice, per l’acquisizione
dell’evento Internazionale. Quel che più stupisce in queste ore è la
spregiudicatezza ipocrita di chi si ritiene immune da responsabilità seppur
indirette.
I fatti riguardano opere pubbliche e l’evento
di rilievo internazionale ha una gestione plurale in cui è necessario
l’indirizzo politico. Le scelte del management pubblico sono di derivazione
politica e a a queste vanno assegnate le responsabilità dei gravi ritardi sulle
opere ed ora la clamorosa “negligentia in vigilando” alla quale non si può far
fronte con tardive dichiarazioni di guerra, smentite dal paradossale dualismo
della Procura che ha in carico la delicata inchiesta. E neppure si può farlo
con tardive riforme del Codice che regola le procedure degli appalti né tantomeno
con l’invio di ‘salvatori della patria’ che dovrebbero operare come supervisori
di un sistema che dimostra, al di là del caso in questione, che all’epoca vi è
stata una profonda ipocrisia nell’affrontare la cosiddetta questione morale. Si
chiarisce pure che, dopo l’assalto ai partiti, sono rimasti in campo i gruppi
di potere e di affari, guardacaso, usciti indenni dalla slavina giudiziaria di
Tangentopoli e che in questi anni hanno rappresentato l’alfa e l’omega del
sistema economico e finanziario.
L’assuefazione all’endemica corruzione, unita
all’arrembante formazione politica Cinquestelle che più dello stesso partito
giustizialista di Di Pietro è oggi capace di interpretare i sentimenti di
distacco e disprezzo per le Istituzioni, pongono il sistema politico, ovvero i
partiti che si sono succeduti in questi vent’anni al Governo, in una posizione
di difesa estrema; partiti che non hanno la capacità di spiegare, illustrare
come sia stato possibile accumulare in tutti questi anni tanti ritardi e
inadempienze per quanto riguarda lo stato di degrado delle Istituzioni e il
malgoverno dell’economia, finendo per alimentare le rabbie e le paure
evidenziate dai comportamenti elettorali dei nostri concittadini.
“L’Italia l’è malada” recitava una nenia
novecentesca agli albori di quella belle epoque che finì nella tragedia della
guerra mondiale che schiuse le porte alla tragedia dei totalismi europei.
Il viaggio costruito nella menzogna inizia
nel 1992. Molti hanno sempre ritenuto che i vaticini di Bettino Craxi sulla seconda
Repubblica che sarebbe franata se fosse stata costruita sulla menzogna, fossero
solo la reazione di un uomo colpito dal rovescio della Storia; purtroppo in
realtà dobbiamo dire oggi che “L’Italia piange” per le sue difficoltà e le sue
crisi e che non basterà un’alzata di spalle per allontanare l’inevitabile resa
dei conti su cio’ che ha prodotto questo scellerato ventennio.
Bobo Craxi
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