Pensare Globale e Agire Locale

PENSARE GLOBALE E AGIRE LOCALE


domenica 4 maggio 2014

ITALIA - Quello buono e quelli cattivi


Dunque, dice Matteo Renzi: "io non sono presidente del Consiglio perché ho vinto un concorso. Se non posso fare le cose, se hanno bisogno di uno che abbuia, che nasconde, allora si prendano un altro".

Ora, lasciamo perdere un attimo il merito della frase pronunciata da Renzi. Dimentichiamo per un attimo (soltanto per un attimo che tanto poi tempo otto righe e ci ritorniamo su) gli 80 euro in busta paga, l'edilizia scolastica, l'Irap, il Senato e l'Italicum. Concentriamoci sulla frase in sé.

Il primo aspetto è la sfida: io, loro. Una sfida innanzitutto personale (non è: "noi, loro"; è: "io, loro").

Il secondo aspetto è la divisione tra il buono e i cattivi: io sono qui per fare le cose, loro vogliono impedirmelo.

Ma davvero è così? E, nel caso, chi vuole impedire cosa?

La maggior parte di chi solleva dubbi e critiche e proposte alternative rispetto alle riforme renziane non mette in discussione l'obiettivo, ma soltanto gli strumenti per arrivarci. Tanti di quei loro che, secondo Renzi, vogliono abbuiare, per esempio, condividono la fine del bicameralismo perfetto, l'adozione di una legge elettorale decente, gli sgravi fiscali in busta paga; in alcuni casi ne parlano da quando ancora Renzi non organizzava gli incontri alla Leopolda per rifare l'Italia. Semplicemente, coltivano il dubbio che proprio quella proposta sulla fine del bicameralismo perfetto, proprio quella proposta di legge elettorale, proprio quella proposta di sgravi sia non dico la migliore (che anche qui, forse, sono in pochi a pretendere davvero una cosa del genere), ma anche soltanto la meno peggiore tra quelle effettivamente e realmente possibili. 

Insomma, per come la sta mettendo Renzi, qui siamo al "vox populi vox dei" (l'adagio generatore di populismi) non sugli obiettivi - e già sarebbe discutibile - ma addirittura sugli strumenti per raggiungere gli obiettivi. E siccome "vox populi vox dei", chi la pensa diversamente è "vox diaboli". Il guaio è che a stabilire che quella proposta di riforma sia non soltanto l'unica possibile, ma pure la migliore, è stata non la "vox populi", ma la "vox renzi". Infatti, tolti i pasdaran renziani, di perplessità ne sono state espresse tante e da tanti. 

Due cose, infine, da aggiungere.

La prima è che una narrazione impostata in questo modo, amplificata da media compiacenti e da una vulgata che antepone il "fare" al "far bene", mette in gran difficoltà l'interlocutore critico: che prima ancora di argomentare come valide le proprie ragioni (e già questa è un'impresa, in un'epoca in cui campiamo di slogan, frasi fatte e banalità variamente assortite), dovrà dimostrare di muoversi senza secondi fini (abbuiare, agire per personalismi, gufare e così via) e di non essere cattivo, di non essere la "vox diaboli". 

La seconda cosa riguarda loro: quelli che vogliono abbuiare, che vogliono impedire a lui di fare le cose. La narrazione "io / loro" è una costante dell'ultimo ventennio politico. Ma fino ad oggi i loro contrapposti all'io erano una parte facilmente identificabile, anche fisicamente distante dall'io. I "loro" di Berlusconi erano i comunisti, i magistrati, la Cgil. I "loro" del vecchio centrosinistra erano i fascisti, erano i berlusconiani. I "loro" di Grillo erano e sono i vecchi partiti. Quando Renzi parla di "loro", invece, si rivolge innanzitutto a persone che militano nel suo stesso partito, gente con cui magari in passato ha condiviso esperienze e battaglie e che ora finiscono nella lista dei cattivi solamente perché la pensano diversamente sul modo con cui fare alcune riforme. E' un'evoluzione interessante. Anche alla luce del fatto che fino a pochi mesi fa tra i "loro" c'era gente che oggi invece è con lui in prima fila, a spada tratta, e vai a sapere te cos'è che li ha convinti a cambiare radicalmente idea in così poco tempo. 

NUCS

N.B. - Io non ho rimpianti di un tempo in cui vigeva la regola dell'immobilismo. semplicemente, tra immobilismo e muoversi tanto per muoversi credo ci sia tutta una serie di velocità intermedie che potrebbero tranquillamente essere rispettate senza che ciò nuoccia al Paese (anzi, forse hai visto mai che si potrebbe anche star meglio).

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