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giovedì 12 giugno 2014

ITALIA - Mineo rimosso, Civati: "Renzi ha deciso in Cina anzichè in Bulgaria". Autosospesi 13 senatori


Il senatore dissidente contro la riforma "renziana" del Senato. Autosospesi 13 senatori. Boschi: il governo va avanti lo stesso

Roma, 12 giu. - Pippo Civati contro Matteo Renzi dopo la sostituzione d'ufficio di Corradino Mineo in commissione Affari costituzionali a Palazzo Madama. Commentando l'episodio, Civati - a capo dell'area del Pd a cui fa riferimento Mineo, in disaccordo con la riforma "renziana" del Senato e per questo rimosso - ha affermato: "E' una decisione di Renzi che Zanda ha immediatamente eseguito. E' una decisione di Renzi perchè oggi lo stesso premier l'ha rivendicata dalla Cina. A volte queste cose venivano dalla Bulgaria ma evidentemente siamo ancora più esotici...".

La vicenda ha fatto salire la tensione nel Pd. Tredici senatori, solidali con Mineo, si sono autosospesi dal gruppo democratico in segno di protesta, ma il governo, nonostante questa presa di posizione, è intenzionato ad andare avanti sulle riforme senza indugi. "Non ci fermiamo per 12 o 13 senatori", ha detto ai giornalisti la ministra per le Riforme, Maria Elena Boschi.

Immediata è giunta però la replica di Mineo: "Informiamo il ministro Boschi che noi facciamo parte del processo di riforme e che è stata lei a privilegiare il suo orgoglio e la sua vanità". Mineo, favorevole a un Senato elettivo, si dice comunque convinto che il premier Renzi alla fine rimedierà a quello che lui definisce "un errore". Ha detto il senatore Pd: "Mai posto veti", sulle riforme c'è stato "un rapporto costruttivo da parte nostra", ma "non è con le imposizioni" che si possono realizzare. In ogni caso "ho fiducia in Renzi, lui sa che è stato commesso un errore".

Sui rilievi mossi al testo della riforma del Senato "il governo ci deve dare una risposta - ha proseguito Mineo - non può farlo con mezze frasi... Bisogna risolvere le questioni, e noi non faremo problemi di veti e bandierine. Gli italiani chiedono a Renzi di fare le riforme, ma se questo avviene con le imposizioni si rischia di logorare questo straordinario sostegno dato".

"Se il testo della riforma resta così com'è - ha aggiunto Mineo - a prescindere dal mio voto in Aula non passa".

Anche i senatori che si sono autosospesi hanno fatto sapere che da parte loro non c'è "nessuna chiusura". Lo ha precisato Felice Casson, uno dei 13. "Da parte nostra - ha spiegato conversando con i giornalisti a Montecitorio - abbiamo dato un contributo. Dobbiamo discutere di questa questione, che riguarda i diritti fondamentali".

A chi gli ha chiesto quale potrebbe essere il modo per ricucire lo strappo fra i 13 e i vertici del Pd, Casson ha replicato con una battuta: "Ci sono tanti insigni giuristi nel governo, la trovino loro una soluzione...".

Per Stefano Fassina, ex viceministro del Pd, si è trattato comunque di "un errore politico che indebolisce il governo". Perché "in questo caso, di fronte all'atteggiamento contrario da parte di alcuni senatori si doveva, anche faticosamente, arrivare ad un chiarimento politico". In ogni caso, "ora spero che questi 13 colleghi ottengano la chiarezza che chiedono la prossima settimana".

"E' una decisione di Renzi che Zanda ha immediatamente eseguito. E' una decisione di Renzi perchè oggi lo stesso premier l'ha rivendicata dalla Cina. A volte queste cose venivano dalla Bulgaria ma evidentemente siamo ancora più esotici...". Lo ha affermato Pippo Civati, guida dell'area Pd a cui fa riferimento Corradino Mineo, commentando la sostituzione d'ufficio di quest'ultimo in commissione al Senato per il dissenso sulle riforme del governo che ha portato 13 senatori ad autosospendersi dal gruppo Pd.

E su come potrà concludersi questa vicenda, "non lo so. Mi auguro - ha risposto Civati ai microfoni di Radio Città Futura- - si torni a più miti consigli e a una conversazione che in questo momento è molto frastagliata e interrotta. Questa è la mia opinione personale. Poi non so dire singolarmente, perchè ogni eletto decide anche del suo destino in Parlamento". E quindi, "se non riesce più a a tenere una situazione così può anche essere che qualcuno lasci il gruppo del Pd non dico per sempre ma per un tempo più lungo di questa autosospensione che ovviamente è una richiesta di chiarimento al gruppo nel suo complesso".

"Non si capisce perchè - ha aggiunto Civati - si discute con tutti, con Calderoli, con Verdini, con Berlusconi, con Alfano e non con Vannino Chiti che tra l'altro non è civatiano, perchè c'è anche una strana rappresentazione di questi tredici come se avessero una logica di corrente mentre sono altri ad avere logiche di corrente, di maggioranza, di assetti".

"Immediatamente - ha detto ancora il dirigente della minoranza Pd- sulla sostituzione di Mineo da parte di Renzi e Zanda- in realtà non è del tutto preciso: questa vicenda è iniziata qualche settimana fa: era già stata proposta due volte una soluzione simile ma poi era rientrata anche perchè avevamo cercato di spiegare che forse l'invito di Mineo e degli altri colleghi come Chiti, sono 22 in totale, era quello di discutere e non di confrontarsi in modo aggressivo come invece siamo purtroppo costretti a fare a questo punto".

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