Pensare Globale e Agire Locale

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venerdì 13 giugno 2014

ITALIA - Quel nuovo ... autoritarismo .... che sa già di vecchio


Sono trascorsi solo 15 mesi da quelle elezioni politiche che avrebbero dovuto sancire l'affermazione del nuovo che avanza nel panorama politico italiano, dopo 15 mesi però il paese si ritrova a fare i conti con due partiti guidati da leader autoritari ed antidemocratici.

Accantonato per il momento il condannato, ma ancora presente sulla scena politica, grazie soprattutto al Partito Democratico, e quindi non ancora finito definitivamente, il palcoscenico è stato occupato da un comico travestito da politico e da un mega ambizioso travestito da leader e da statista. I due ultimamente sono accumunati da una comune allergia per le critiche e per le contestazioni. Ed entrambi seguono la stessa linea per combattere le contrapposizioni all'interno del proprio partito: Grillo espelle direttamente i contestatori dal Movimento, Renzi li epura dagli organi istituzionali all'interno dei quali portano avanti la loro linea divergente da quella del Partito.

Non si sa quale della due linee sia la più grave e la più antidemocratica. Forse alla fine l'atteggiamento di Grillo è più coerente di quello di Renzi, ma alla fine il risultato è lo stesso: o sei allineato con il partito o sei allontanato.

Una situazione resa ancora più grave dall struttura che hanno i partiti in questo terzo millennio, non più organizzazioni con organi che democratici all'interno dei quali si sviluppa un dibattito e si mette a punto una strategia politica comune, quanto piuttosto movimenti dove la linea politica è scelta in maniera autonoma e senza possibilità di discussione dal leader stesso.

Questo accade nel Movimento 5 stelle e nel Partito democratico nonostante entrambi i movimenti poi mettono in scena consultazioni on line o riunioni di direzioni che hanno solo una parvenza di democrazia partecipativa.

Per il M5S in quanto l'oggetto della consultazione è scelta direttamente dal duo Grillo-Casaleggio (come è avvenuto ieri per decidere le alleanza in Europa), per il partito democratico perchè nella direzione si discute in maniera piuttosto frettolosa l'unica linea portata avanti dal segretario. Insomma un autoritarismo democratico.

Ecco allora che il Movimento che avrebbe dovuto avviare il cambiamento nel paese tradisce addirittura i propri programmi alleandosi in Europa con una formazione razzista, xenofoba e per di più favorevole al nucleare, mentre il PD impone riforme costituzionali adattandosi ai voleri di un pregiudicato piuttosto che adeguarle a quanto richiesto da frange del partito stesso.

Bei tempi quando la facevano da padrona le ideologie.

L’Antipolitico

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